Dal segreto e dal buio del depositi
museali alla luce di un hotel a due passi dalla stazione
Termini. La Dea Roma o Virtus, statua marmorea del II secolo
dopo Cristo, è solo la prima di una serie di reperti e opere
archeologiche che lasceranno le cantine dei musei romani e, dopo
un attento restauro, è esposta nella hall del Bettoja Hotel
Mediterraneo. Qui rimarrà per un anno e poi tornerà al Museo
Nazionale Romano a cui appartiene per una nuova collocazione
nelle sale espositive.
È questa la prima delle iniziative previste dal progetto
"Arte fuori dal Museo", promosso nell'ambito del protocollo
d'intesa siglato dalla direzione generale Musei del ministero
della Cultura con l'Associazione non-profit LoveItaly,
avvalendosi della rete degli hotel aderenti nella regione Lazio
al sistema Federalberghi, con l'obiettivo di rendere fruibili al
pubblico opere archeologiche e storico-artistiche che sono oggi
conservate nei depositi dei musei e bisognose di restauro,
esponendole nei locali degli hotel.
A finanziare il progetto e anche il trasporto e
l'allestimento all'interno di una teca protettiva, il gruppo
Bettoja Hotels di cui fa parte l'albergo sull'Esquilino mentre
la copertura assicurativa è offerta dal broker Gruppo Mag.
"Appena arrivato al museo visitai le cantine e mi resi conto
subito di quali meraviglie conteneva - spiega Stéphane Verger,
direttore del Museo Nazionale Romano - ma tuttavia è utopistico
immaginare che tutti possano essere sistematicamente esposti nei
percorsi espositivi permanenti o anche attraverso forme di
rotazione dei reperti o di mostre temporanee. Pertanto
sperimentare nuovi modi di presentazione delle opere, anche in
luoghi finora non consueti, garantendone sempre la tutela e la
conservazione, può contribuire alla messa in atto di una
politica di fruizione dei beni culturali molto più ampia e
capillare ed incentivare la frequentazione dei musei".
Secondo Massimo Osanna, direttore generale Musei, "il
recupero delle opere d'arte conservate nei depositi dei musei,
realizzato attraverso interventi di restauro ed allestimenti in
spazi pubblici inusuali, come quelli messi a disposizione dai
grandi alberghi, rappresenta un significativo risultato della
capacità di collaborazione tra le realtà attive sul territorio,
siano esse pubbliche o private. Tali sforzi non solo aumentano
la fruibilità delle opere da parte del pubblico, ma favoriscono
la diffusione della cultura e l'educazione artistica nella
comunità".
Richard Hodges, presidente di LoveItaly, dopo aver ricordato
le parole del grande mecenate di Ercolano David W. Packard, che
sostiene che "le opere nei depositi sono come in prigione e
vanno liberate", ha spiegato: "Grazie a questa partnership con
la nostra associazione non profit dedita a valorizzare il
patrimonio culturale italiano, questi tesori conquisteranno una
nuova generazione di ammiratori". Walter Pecoraro, presidente di
Federalberghi Lazio, si dice "orgoglioso di aderire a un
progetto che esalta la valenza e il significato del ruolo degli
alberghi della regione" mentre per Giuseppe Roscioli, presidente
di Federalberghi Roma, "Arte Fuori dal Museo è un esempio di
come la collaborazione tra pubblico e privato possa portare a
risultati di eccellenza e alla valorizzazione di tesori d'arte
'dimenticati'".
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