Un Centro sperimentale di
cinematografia sempre più internazionale e aperto a nuove
esperienze formative, ma senza dimenticare il passato e
l'importanza dei restauri d'autore. È il progetto per il futuro
delineato stamane allo Spazio della Regione Lazio
dell'Auditorium Parco della musica, in occasione della Festa del
cinema di Roma.
A tracciarlo è stato il direttore del Csc, Adriano De Santis,
che ha ricordato le tappe degli ultimi anni, dal riconoscimento
legale dei corsi di studio alla creazione di percorsi con fondi
Pnrr. Passando dalla nuova sede sull'isola di San Servolo, a
Venezia, con il suo centro internazionale dedicato alle arti
immersive e performative, e dallo sviluppo del percorso di
conservazione e management del patrimonio audiovisivo - "la
prima classe è stata subito assorbita dal mercato del lavoro",
ha dichiarato. Per il futuro, attenzione anche all'intelligenza
artificiale.
La Cineteca nazionale del Csc sarà invece impegnata in "un
nuovo piano di restauro che prevede un mix di autori", ha
annunciato il conservatore Steve Della Casa. Tra questi Valerio
Zurlini, Giuseppe Tornatore, Antonio Margheriti, Vittorio
Caprioli, Carlo Lizzani, Sergio Corbucci e Florestano Mancini.
Tante saranno le collaborazioni internazionali, di cui una
dedicata a Orson Welles: si parlerà anche dei suoi "lavori
incompiuti - ha anticipato - come il Don Chisciotte". Più vicini
gli appuntamenti del 21 novembre al Torino Film Industry per
in'iniziativa sull'importanza economica del materiale d'archivio
e quello dal 27 gennaio al 2 febbraio per un festival "in cui
vogliamo aprire i nostri archivi al pubblico", ha proseguito.
Quanto alla questione della conservazione delle pellicole, al
centro delle polemiche degli ultimi mesi, "abbiamo trovato un
compound che può tenere tutte le copie di nitrato e avanziamo a
ritmo di marcia per la digitalizzazione dei film - ha concluso
Della Casa - stiamo ovviando a una situazione comune a molte
cineteche".
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