A tre anni da La scuola cattolica, il
film sul massacro del Circeo, Stefano Mordini si immerge nella
storia di un altro delitto, stavolta per il piccolo schermo,
con Adorazione, la serie dramma/mystery di Netflix, ispirata dal
romanzo omonimo di Alice Urciolo (edito da 66thand2nd), che
debutta con Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma per
poi sbarcare sulla piattaforma dal 20 novembre.
Il racconto corale young adult (produce Picomedia) ambientato
in un'estate a Sabaudia, sul litorale laziale, parte dal mistero
della scomparsa di Elena (Alice Lupparelli), 16enne ribelle e
carismatica, appena bocciata, che sogna di lasciarsi alle spalle
la vita di provincia. La più preoccupata è la sua amica del
cuore, Vanessa (Noemi Magagnini) che soffre la pressione delle
aspettative della madre (Claudia Potenza) su di lei, soprattutto
per il suo legame con il ricco Gianmarco (Luigi Bruno).
L'allarme nel gruppo di amici, che diventerà un trauma, svela
tensioni, relazioni segrete, rancori, invidie, dolori intorno
alla ragazza. Parallelamente c'è l'incapacità degli adulti a
comprendere vite, paure e desideri dei loro ragazzi. Da Diletta
(Noemi nel suo debutto di attrice) madre della timida Diana
(Penelope Raggi) a Chiara (Barbara Chichiarelli) zia
dell'inquieta Melissa (Federica Bonocore) e a capo per la
Polizia delle indagini sul caso. Nel cast, fra gli altri, anche
Ilenia Pastorelli, Beatrice Puccilli, Giulio Brizzi , Tommaso
Donadoni, Federico Russo, Alessia Cosmo. Supervisore musicale è
Fabri Fibra, che firma anche il brano Adorazione per il teaser
della serie, mentre per il trailer c'è Ghost Town, un inedito di
Madame.
"Non so se ci sia l'urgenza di trattare questi temi, ma io
ce l'ho - spiega Mordini -. Non amando la spettacolarizzazione
della violenza credo sia importante ci sia un punto di vista che
possa determinare nello spettatore un senso di responsabilità.
Spero che qui lo sguardo possa mettere insieme giovani e
grandi, anche nella visione. Non credo che serie come queste
vadano fatte per insegnare, ma per creare memoria, per dare
forma a un avvertimento". Questa storia "è un invito - osserva
Claudia Potenza - a riflettere su quanto possa essere dannoso
proiettarsi sugli altri con i propri desideri e mancanze".
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