"Non bisogna trattare i femminicidi
come se fossero una moda, come una tendenza del momento.
L'importante è avere sempre rispetto di queste storie che sono
purtroppo tragiche e molto crude. Secondo me alle volte non
vengono trattate con l'attenzione che meritano, ma come fossero
intrattenimento. Si sfocia un po' in quella che si chiama
pornografia del dolore". Lo dice Matilda De Angelis alla Festa
del Cinema di Roma, dove presenta in Alice nella città la
seconda stagione della serie La legge di Lidia Poet, poi al
debutto dal 30 ottobre su Netflix. Il racconto parte da una
figura reale, Lidia Poet (1855 - 1949), la prima donna in Italia
ad entrare nell'Ordine degli Avvocati. In questa rilettura
prodotta da Groenlandia, attraverso il personaggio si trattano
temi sempre attuali dall'emancipazione ai diritti delle donne.
"Ci muoviamo ancora in una società pregna di maschilismo,
patriarcato, misoginia in tutti gli ambiti - aggiunge De Angelis
-. Però sicuramente c'è un'attenzione diversa su questi temi e
penso che anche una serie come Lidia Poet riusciamo con ironia,
con leggerezza, alle volte non troppa leggerezza, a sottolineare
dei nodi che sono purtroppo ancora molto attuali".
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