Rispetto alle polemiche di questi
giorni "credo che il limite di un autore debba essere comunque
sempre il pieno rispetto delle storie che si vanno a raccontare
e delle persone, perché in questi casi non si parla di
personaggi ma delle persone, con cui si va a 'vivere', che si
vanno ad esplorare". Lo dice, rispondendo ai giornalisti, Pippo
Mezzapesa, regista della serie Avetrana - Qui non è Hollywood,
della quale dopo l'intervento del Tribunale di Taranto è stata
rimandata la messa in onda su Disney+. L'occasione per un
accenno al tema è arrivato durante la presentazione in Alice
nella città alla Festa del cinema di Roma della seconda stagione
di La legge di Lidia Poet, con Matilda De Angelis, in arrivo su
Netflix dal 30 ottobre. Nella serie Mezzapesa e Letizia
Lamartire sono le new entry alla regia dove hanno affiancato
Matteo Rovere.
"La Costituzione stessa garantisce la libertà degli autori e
delle autrici di esprimersi, di raccontare il presente, la
realtà, la contemporaneità, anche con l'obiettivo di elevare lo
spirito critico e non addormentare chi ci guarda ma provocare
riflessioni e analisi - osserva Rovere che è anche produttore
con Groenlandia sia di La legge di Lidia Poet che di 'Avetrana -
Qui non è Hollywood -. Non dateci però il compito di cambiare il
mondo, non credo che la serialità e il cinema abbiano questo
ruolo, ma abbiamo quello di interrogarci sul presente,
sull'esistente e avere il coraggio di parlarne. Spesso e
volentieri quando le cose arrivano da lontano ci rassicurano
perché sembrano non appartenerci, mentre quando sono più vicine
si sente una complessità in più. Tuttavia una cinematografica
contemporanea deve superare queste paure".
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