(di Luciano Fioramonti)
''Non faceva mai complimenti ai
musicisti o ai ballerini. Non era un difetto, diceva le cose in
modo diretto. Quando lo conobbi la prima volta non mi resi conto
di chi avevo incontrato. Un genio che ha composto musica
contemporanea e ha cambiato il tango''. Miguel Angel Zotto
racconta la storia di Astor Piazzolla intrecciandola con il
percorso personale e artistico che lo ha portato a diventare una
leggenda vivente del ballo argentino. Figlio di emigrati da
Campomaggiore, paesino lucano dove in passato è tornato in
cerca radici e parenti, imbianchini come era stato lui stesso a
Buenos Aires prima di calcare le scene, Zotto è di nuovo a Roma
dopo due anni con lo spettacolo da lui scritto, diretto e
interpretato ''Tango. Historias de Astor'', in cartellone al
Teatro Olimpico dal 31 ottobre al 3 novembre per la stagione
dell' Accademia Filarmonica Romana. Sul palcoscenico avrà
accanto Daiana Guspero, compagna di vita e di danza, quattro
coppie di ballerini, due cantanti e quattro musicisti per un
omaggio tra canzoni, coreografie, parole e filmati al
compositore argentino, anche lui di origine italiana,
considerato universalmente il padre del tango moderno.
'La mia famiglia era di Trani…'': comincia proprio con la
voce registrata di Piazzolla lo spettacolo, rappresentato per la
prima volta a Trani nel 2021, in occasione del centenario della
nascita del musicista, e riproposto ora in una nuova versione. A
guidare la narrazione sarà un angelo, l'angelo del tango, al
quale Astor narra la sua vita. ''Ho conosciuto Piazzolla nel
1989 a Parigi. Portavo in scena un mio spettacolo a Parigi e lui
mi avvicinò tramite un amico comune, José Pons, per
complimentarsi con me'', ha ricordato Zotto spiegando che il
musicista lo stimava al punto di affidargli le coreografie
dell'allestimento di Broadway di María de Buenos Aires,
opera-tango su libretto di Horacio Ferrer. Quest'ultimo, in una
lettera custodita dal ballerino, lo descrive come 'il più grande
rivoluzionario dell'epoca attuale della storia del tango' ''. I
brani più famosi del repertorio di Piazzolla - da Triunfal a
Libertango, da Milonga del Angel a Quejas de bandoneón, fino
alla commovente Adiós Nonino, scritta per la morte del padre
Vicente - saranno la colonna sonora di questo viaggio nella
vita del compositore che dal tango nato nei barrios di Buenos
Aires seppe distillare uno suono moderno e originale, dove la
tradizione si combina con l'avanguardia colta. Una rivoluzione
che, però, gli procurò amarezze e molte critiche da artisti
convinti dell' intoccabilità del tango e perfino da letterati
come Borges, che poi dovette ricredersi per come Piazzola negli
altri paesi. ''Si renderanno conto di quello che hanno fatto
quando non ci sarò più'' disse il musicista , morto a Buenos
Aires nel 1992.
Zotto ha ricordato di aver chiesto una volta a New York al
grande Ennio Morricone di comporre un tango per lui. ''Che cosa
potrei scrivere dopo quello che ha fatto Piazzolla?'' fu la
risposta del maestro sintetizzando la grandezza del compositore.
''Sono un appassionato fanatico della storia del tango'' ha
osservato Il ballerino, che nel 2025 festeggerà i 40 anni di una
carriera costellata di successi. Tra i progetti, spicca ''la più
grande manifestazione di tango'' che Zotto vorrebbe realizzare
all' Arena di Verona il 29 settembre prossimo. Michel Angel e la
moglie Daiana hanno un altro sogno da realizzare: aprire anche a
Roma una sede della loro accademia di ballo già presente a
Milano, Venezia e Verona. ''Il tango cambia la vita'' hanno
ripetuto oggi nel presentare lo spettacolo, ricordando il potere
terapeutico del ballo argentino testimoniato dagli effetti sui
malati di Parkinson e le lezioni di tango pensate da una
specialista per i cardiopatici di un ospedale lombardo.
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