"Il teatro deve aprire al libero
arbitrio e la forma del dubbio è fondamentale. Il dubbio è il
motore della ricerca, il vero valore della democrazia sta nel
dubbio". Lo dice Davide Livermore che nella sua veste di
direttore del Teatro Nazionale di Genova si appresta a firmare
un doppio spettacolo decisamente originale nel panorama teatrale
italiano. Sabato, infatti, andrà in scena al Teatro Ivo Chiesa,
in una inaugurazione congiunta fra il Nazionale e il Carlo
Felice, prima (ore 19,30) l'adattamento teatrale in prosa del
romanzo di Henry James "Il giro di vite" e poi, a seguire,
l'opera di Britten ispirata allo stesso testo di James "The turn
of the screw". L'Orchestra del Carlo Felice sarà diretta da
Riccardo Minasi.
Scritto nel 1898 il romanzo di James è ambientato in una casa
di campagna inglese dove vivono due bambini orfani affidati a
una vecchia governante e a una giovane istitutrice. La casa
riceve la visita di due fantasmi (il vecchio servitore e la
precedente istitutrice entrambi morti tragicamente) che cercano
di attrarre i bambini. La nuova istitutrice tenta di salvarli
fino al tragico epilogo finale, ma James non dice in realtà
quali siano stati i veri rapporti fra i due spiriti e i bambini
né se gli spiriti appaiono veramente o vivono solo nella testa
della giovane e sensibile istitutrice. "Il tema centrale di
James - spiega Carlo Sciaccaluga autore della trasposizione
teatrale - è una riflessione sul male, sul terrore di morire non
conciliati con la vita. Per questo ho introdotto frammenti di
altri autori che hanno affrontato questo aspetto, a cominciare
dal prologo in cui ho inserito elementi shakespeariani da
"Macbeth". E poi cito la ballata di Goethe musicata da Schubert
"Erlkoenig" sul tema della pedofilia e infine l'intera scena da
"Amleto" con lo spettro del padre che è il paradigma assoluto
del morto non conciliato con la vita". Un passato da cantante e
una lunga esperienza da regista di prosa e di lirica (e ora
anche di cinema: il suo film "The Opera" sarà presentato a fine
ottobre alla Festa del Cinema a Roma) Davide Livermore è
certamente l'artista adatto a risolvere questo progetto:
"Avvicinare i due mondi, la prosa e la musica è la mia storia -
spiega - I due lavori si compenetrano pur mantenendo la loro
autonomia. Si possono vedere separatamente, naturalmente, ma
ognuno dà un valore aggiunto all'altro perché quel che non dice
Britten lo dice James e viceversa". Per i due spettacoli questa
la distribuzione dei ruoli: l'Istitutrice saranno Linda Gennari
(prosa) e Karen Gardeazabal (opera), Mirs. Grose, Gaia Aprea e
Polly Leech, Peter Quint, Aleph Viola e Valentino Buzza, Miss
Jessel , Virginia Campolucci e Marianna Mappa, Flora Ludovica
Iannetti e Lucy Barlow, Miles, Luigi Brignone e Oliver Barlow.
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