Udienze diverse ma un unico fil
rouge: l'escalation di violenza andata in scena da maggio a
settembre tra le tifoserie organizzate di Genoa e Sampdoria. Per
quegli episodi, tre nel dettaglio, diversi ultras si sono
ritrovati e si ritroveranno davanti ai giudici del tribunale. La
prima udienza riguarda gli scontri avvenuti prima del derby di
Coppa Italia giocato a settembre. Durante il match, in strada,
si era scatenata una guerriglia urbana con 38 agenti contusi
provocata dall'esposizione allo stadio degli striscioni storici
che le tifoserie si erano rubati in primavera dopo una serie di
aggressioni tra piccoli gruppetti di supporter.
Nelle ore precedenti un piccolo gruppo di tifosi si era
affrontato per strada. Per questo episodio si sono presentati
davanti al giudice Giorgio Morando in cinque (tre del Genoa e
due della Sampdoria, i primi difesi dagli avvocati Raffaele
Caruso e Fabio Strata, i secondi dai legali Matteo Carpi e
Pietro Bogliolo). In due hanno chiesto il giudizio abbreviato
mentre tre la messa alla prova. Le accuse, a vario titolo, sono
di resistenza aggravata, rissa, porto abusivo di oggetti atti a
offendere.
Il 24 marzo è fissata l'udienza preliminare per altri 11
ultras (otto blucerchiati e tre rossoblù) per gli scontri in
piazza Alimonda del 5 maggio. Quel giorno quasi 80 sampdoriani
assaltarono un gruppo di tifosi genoani che stava seguendo la
partita tra Milan e Genoa in un locale. La polizia intervenne
subito dividendo i due gruppi.
Infine, il 9 maggio verrà discusso il processo per
l'accoltellamento in un bar di via Oberdan, a Nervi. Quattro
tifosi della Samp fecero irruzione nel locale dove c'erano due
genoani. Uno venne ferito con una lama o un coccio di bottiglia.
Per questo episodio quattro hanno scelto il rito abbreviato
mentre uno la messa alla prova.
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