Empatico, generoso, entusiasta della vita, ancora di più quando poteva passarla in Vespa, la sua grande passione, e i suoi social si sono riempiti, in poche ore, di messaggi che lo testimoniano: Mauro Tresoldi, il lodigiano che aveva compiuto imprese sulla sua mitica Vespa 125 rossa arrivando fino a Capo Nord è morto stamattina all'alba a bordo dello scooter che tanto amava.
Lo diceva spesso a chi gli chiedeva se non lo preoccupassero quelle sue imprese che lo portavano, spesso, ai confini del pianeta a bordo di una due ruote: "Non ho paura di macinare chilometri fino in capo al mondo - spiegava convinto - perché l'incidente lo si può fare tranquillamente anche dietro l'angolo". Ed è proprio lì che ha trovato la morte: a due passi da casa. Lungo la provinciale 26 all'altezza di Cavenago D'Adda (Lodi). La carreggiata, in questi giorni, in quel tratto, era completamente senza segnaletica orizzontale. Niente righe bianche: né di mezzeria, né a lato carreggiata. Perchè era da poco stata riasfaltata. L'impatto è avvenuto contro un furgone Renault Trafic. E, ironia della sorte, il conducente è un ex infermiere 64enne molto conosciuto in zona perché ha sempre amato aiutare chiunque potesse. Due anime affini unite in un destino funesto, quindi.
Perché anche Tresoldi è stato impegnato per gli altri per decenni: in Croce Rossa prima come volontario, poi come dipendente così come, poi, in Tribunale come cancelliere penale e poi civile e, ultimamente, anche come segretario provinciale generale di Lodi della Federazione Confsal-Unsa. Sempre orientato al servizio al prossimo. Nessuno potrà dimenticare, tra le migliaia di persone che conosceva anche di tantissimi Vespa club italiani, il suo impegno in "Peace on the road for Unicef", oltre 5mila chilometri con lo scooter icona della Piaggio per dire no alla guerra in Ucraina, la sua staffetta della Pace Melegnano-Berna-Chambery e decine di altre imprese oltre a quella fino in Finlandia. La Procura della Repubblica di Lodi ha aperto un fascicolo per omicidio colposo ma, dai primi riscontri, emergerebbe che potrebbe non essere stato il furgone a deviare. In zona c'era nebbia, in quel momento. Questa potrebbe essere la causa dell'impatto. Oppure un malore. Circostanze che il pm di turno, Alfonso Serritiello, ha deciso di chiarire. Disponendo anche l'autopsia sul cadavere mentre è stato sentito, oggi pomeriggio, il conducente del furgone e i carabinieri hanno svolto i rilievi del caso su strada.
Aveva 56 anni Mauro Tresoldi, sposato con due figli, e aveva sogni nel cassetto da vendere ma tutti legati alla sua Vespa con la quale era persino arrivato, lo scorso dicembre, alla casa di Babbo Natale a Melegnano, indossando il tipico abito di Santa Claus e spiegando di essere arrivato apposta da Rovaniemi a ritirare le letterine per i doni avendo in cambio la felicità di bimbi di ogni età. Oggi in Tribunale, dove amava arrivare ogni mattina prestissimo per lavorare il più concentrato possibile, l'atmosfera era molto triste. I colleghi, increduli, non riuscivano nemmeno a parlare. Rimangono le sue opere, la sua tanta beneficenza, la sua voglia di fare sempre di più per veder spuntare sorrisi: proprio quello che lui avrebbe voluto restasse, nonostante la tragedia.
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