In Valtellina e in Valchiavenna la
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di A2a è
tornata "ai valori medi degli ultimi 10 anni" grazie alle "più
favorevoli condizioni climatiche". Lo ha detto l'amministratore
delegato Renato Mazzoncini incontrando gli analisti finanziari
negli impianti idroelettrici del gruppo in provincia di Sondrio.
In totale nell'area sono stati prodotti oltre 2.670 GWh,
registrando un incremento del
38% rispetto al 2022 e contribuendo a evitare l'emissione di più
di 1 milione di tonnellate di CO2.
Il sistema idroelettrico di A2A in Valtellina e Valchiavenna
nasce nel 1910 con la centrale di Grosotto (Sondrio), destinata
a produrre energia per Milano. Nel 1927 entra in servizio la
centrale di Mese, all'epoca la più potente d'Europa. Negli anni,
il sistema si è ampliato fino a raggiungere l'assetto attuale,
con 10 grandi dighe e 23 centrali per una capacità complessiva
di circa 1.200 MW. Queste ultime includono impianti ad acqua
fluente, che utilizzano direttamente la portata di un corso
d'acqua, e ad accumulo/serbatoio, che operano su base stagionale
permettendo una programmazione della produzione di energia delle
centrali a valle.
Le infrastrutture della Valchiavenna comprendono 6 grandi
dighe e 12 centrali con una capacità installata di 384 MW,
mentre quelle dell'Alta Valtellina includono 4 grandi dighe e 11
centrali con una capacità
installata di 784 MW. "Alcune di queste - spiega A2a - sono
situate in aree naturalistiche di alto pregio, come le dighe di
Cancano e San Giacomo nella valle di Fraele, e la centrale di
Braulio all'interno del Parco Nazionale dello Stelvio". Si
tratta di opere che - sottolinea il gruppo - "si integrano
perfettamente nel paesaggio grazie a progetti che minimizzano
l'impatto
ambientale".
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