"Siamo davanti ad uno scandalo amministrativo senza precedenti della città: 600mila elargiti a due associazioni culturali no profit, con statuti identici, gestite dallo stesso presidente, non iscritte al Registro nazionale del terzo settore (Runts) con modalità amministrative tutt'altro che limpide". Vanno all'attacco i consiglieri comunali d'opposizione a Pesaro in merito alla vicenda riguardanti presunti interventi affidati senza gara e finanziamenti sospetti a due associazioni culturali legate al Comune nella precedente legislatura della città, sui quali anche la Procura di Pesaro ha aperto un'inchiesta.
"A contribuire ad alimentare l'opacità dell'intera vicenda - scrivono in una nota i consiglieri comunali Andreolli (Lega), Malandrino, Boresta, Canciani, Corsini, Redaelli (Fratelli d'Italia), Lanzi, Dallasta, Marchionni (Pesaro Svolta), Bartolomei (Pesarò) e Marinucci (Forza Italia) - sono, da un lato, i silenzi dell'ex sindaco Matteo Ricci che si è limitato a scaricare tutte le colpe ai dirigenti, a sostenere che non sa nulla e che non conosce e, dall'altro, le parole del sindaco Biancani che ha detto 'ho bloccato un meccanismo' e 'sono pronto a costituirmi parte civile", senza mai dire cosa abbia interrotto e contro chi voglia costituirsi anche perché ha confermato in blocco la giunta fotocopia di Ricci che condividendone così anche gli affidamenti'".
"Ricci scenda dal piedistallo - attaccano i consiglieri - interrompa il silenzio di queste settimane e la smetta di scaricare le responsabilità sui dirigenti che fino a ieri elogiava. Al posto che scappare e nascondersi dietro agli appuntamenti istituzionali, risponda alle nostre domande volte a fare chiarezza su affidamenti e sponsorizzazioni che hanno portato a far incassare ad Opera Maestra ben più di quanto pattuito grazie all'utilizzo di fondi privati reperiti dal Comune stesso".
I Consiglieri hanno stilato un elenco di domande poste all'ex sindaco Ricci tra cui: "chi ha autorizzato l'associazione Opera Maestra a richiedere ai privati i soldi promessi al Comune come sponsorizzazione?"; "chi trattava e concordava con i privati l'entità delle sponsorizzazioni?" "Chi sono i dirigenti dei settori che "perfezionavano l'incasso della somma""; "di chi è stata la volontà di non mettere lo scomputo delle sponsorizzazioni ottenute grazie al Comune negli affidamenti? E perchè i dirigenti del Comune non erano a conoscenza di sponsorizzazioni su affidamenti dai medesimi gestiti e verificati in ordine alla congruità del prezzo?
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