C'è tempo solo fino al 6 ottobre,
per visitare la grande mostra di Federico Barocci (1535-1612)
'L'emozione della pittura moderna' alla Galleria Nazionale delle
Marche a Palazzo Ducale di Urbino, che dalla sua inaugurazione
il 18 giugno scorso fino alla prima settimana di settembre ha
registrato 60mila presenze.
Un evento unico, data l'importanza dei prestiti provenienti
da alcuni dei più importanti musei del mondo: dal Met al Louvre,
dal Prado agli Uffizi, che raccoglie 76 opere dell'artista
urbinate considerato l'erede di Raffaello e l'anello di
congiunzione tra il Rinascimento e il Barocco.
Curata da Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale
delle Marche, e Anna Maria Ambrosini Massari. docente di Storia
dell'Arte Moderna all'Università di Urbino, assieme a Giovanni
Russo e Luca Baroni, l'esposizione ripropone il meglio
dell'opera di Barocci esattamente 50 anni dopo la grande mostra
monografica allestita al Museo Civico di Bologna dal noto
storico dell'arte Andrea Emiliani e corona dopo oltre un secolo
il sogno del primo direttore della Galleria, Lionello Venturi,
che nel 1913 la mise tra i suoi obbiettivi.
Il percorso parte dal piano terra di Palazzo Ducale con opere
provenienti da altri musei e prosegue al primo e secondo piano
con quelle della collezione permanente della Galleria
appartenenti a Barocci che tranne che per un breve periodo a
Roma (dove peraltro sostenne di aver subito un avvelenamento),
risiedette sempre a Urbino, e si conclude con una visita alle
chiese della città che conservano i suoi dipinti.
Ad effettuarlo ci sarà anche un nutrito gruppo dell' importante
Società degli Amici del Louvre, in arrivo da Pesaro, a rimarcare
la rilevanza dell'iniziativa.
Chiude invece il 30 settembre prossimo, sempre a Palazzo
Ducale (Sale del Castellare), la mostra Paolo Volponi e le Arti,
che raccoglie opere dal '500 al '900 provenienti dalla
collezione privata dello scrittore e politico urbinate,
presentate insieme ai suoi scritti per concessione della figlia
Caterina.
Infine il 22 settembre il giardino pensile del Palazzo
ospiterà due performance, rispettivamente alle 11 e alle 16,
della poliedrica artista francese Lise Duclaux intitolata
'Teatro di Verzura', che si esibirà al suono di polifonie
vocali italiane del XVII secolo incentrate sul tema della
natura. L'iniziativa è collegata alla mostra, aperta fino al 29
settembre, di disegni, acquerelli e piccole piante di questa
specifica parte d'Italia che Duclaux ha allestito nella casa
natale di Raffaello, preludio allo spettacolo per dimostrare
l'importanza della biodiversità anche se infinitamente piccola.
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