Produce cinquecento quintali di pasta al giorno, fattura 30 milioni l'anno, e garantisce all'indotto un giro d'affari di 50 milioni l'anno. E mentre la vendita di pasta cala del 2% per loro l'aumento è del 20% e "c'è ancora margine di crescita" grazie anche al mercato Usa e canadese, consolidato, e l'avvio verso altri continenti. Il piccolo miracolo è nel cuore delle Marche dove si produce 'La Pasta di Camerino', nata con un piccolo laboratorio familiare realizzato dal 'papà pastaio meccanico' e cresciuto fino ad avere 90 dipendenti, 12.500 metri quadrati di stabilimento. Oggi i due figli, Federico il maggiore, una laurea economica e Lorenzo, in ingegneria gestionale, affiancano papà Gaetano, oggi 60enne, e mamma Mara, portando innovazione e managerialità. Non hanno ereditato l'azienda, ci sono cresciuti dentro sporcandosi le mani di farina fin da piccoli. E se già il papà, senza alcuna competenza scolastica 'inventava' modifiche all'impastatrice, brevettando modifiche alle macchine. Oggi i miglioramenti tecnico-produttivi sono studiati e brevettati, dal figlio ingegnere gelosissimo delle innovazioni introdotte.
Oggi tra le novità c'è l'entrata nella ristorazione con un originale format di stile nell'ambiente e un nome che richiama il prodotto: 'Punto e Pasta' il ristorante del pastificio, quello della Pasta di Camerino. Una scelta che premia il prodotto e non il nome e che vuole essere 'un racconto italiano' voluto e studiato da Federico e condiviso dalla famiglia. La prima apertura a Civitanova Marche dove il successo è già quotidiano. Ma allo studio ci sono due piazze importanti: Roma e Milano "speriamo entro il 2025" spiega Federico. L'investimento è notevole: "La scelta - spiega - è di acquistare le mura e gli arredi che lo caratterizzano e assumere a tempo indeterminato il personale". Non solo. Per la cucina la scelta è di sostenibilità infatti "è tutta elettrica o a induzione, con consumi sicuri all'interno di un layout studiato per l'efficienza organizzativa". Lo staff a Civitanova è di tre persone ai fornelli e un lavapiatti e quattro in sala. Non è l'inizio di una catena di franchising, tiene a sottolineare Federico, ma di ristoranti gestiti in proprio "per avere il controllo della qualità". "Una scommessa", spiega l'ideatore, dove uno dei punti dolenti è quello del personale. "Difficile trovarlo qualificato nonostante la leva economica". Poi il menù "rivolto alla migliore gastronomia italiana" che come piatto forte ha la Pasta di Camerino preparata secondo ricette marchigiane ma, soprattutto, realizzata con prodotti della stessa filiera.
C'è più di una ricetta nel successo di questa azienda, nata nel 2002 per la produzione di pasta all'uovo fresca, che ha scelto la valorizzazione del suo territorio anche nella scelta nome. In primis la filiera di qualità, tutta rigorosamente italiana e marchigiana (salvo per le 250mila uova al giorno che provengono da altre regioni), sempre tracciabile (i primi a inserire 10 anni fa sulle confezioni il Qr Code per rendere accessibile tutta la filiera 100% italiana) e una lavorazione nel solco della tradizione - triplo impasto lento, trafilatura al bronzo, essicazione lentissima a basse temperature - sia per la pasta di semola che per la pasta all'uovo. Innovazione anche nel packaging tutto riciclabile al 100%. Alla base delle scelte c'è anche molta ricerca fatta con l'Università di Camerino e di Milano. L'azienda non ha mai fermato la produzione neppure durante il devastante terremoto che ha quasi raso al suolo Camerino. "I nostri lavoratori avevano già perso tutto - spiega Gaetano - non potevano perdere anche il lavoro". E a sopravvivere è stata anche la filiera.
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