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Dall'ex caserma Stamura al Parco del Cardeto l'Ancona del futuro

Dall'ex caserma Stamura al Parco del Cardeto l'Ancona del futuro

('Ad Ancona la nuova pianificazione urbana...' delle 15.43

ANCONA, 28 febbraio 2025, 16:09

Redazione ANSA

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L'Accordo firmato oggi in Comune ad Ancona per la rigenerazione di immobili pubblici si inserisce nell'indirizzo strategico del Ministero dell'Economia e delle Finanze che individua come prioritarie le azioni di recupero funzionale degli immobili pubblici, la loro restituzione alla vita attiva delle comunità, per rispondere alle esigenze logistiche delle Pubbliche amministrazione e ai fabbisogni del territorio, inclusa la necessità di far fronte alle nuove dimensioni dell'abitare attraverso strumenti di partenariato e concessioni di valorizzazione. Il Piano prevede un primo portafoglio immobiliare di undici beni: otto di proprietà dello Stato e tre di proprietà comunale. I beni immobili statali considerati sono: la Ex Caserma Stamura nel cuore del Parco del Cardeto, un tempo Convento dei Cappuccini e successivamente caserma militare che sarà trasformata in un centro polifunzionale. La riqualificazione prevede l'integrazione di funzioni pubbliche, spazi espositivi nei sotterranei e aree aggregative tramite partenariato pubblico-privato, con ristoranti, bar, auditorium, sala convegni e foresteria. L'ex Faro Capuccini sul Colle dei Cappuccini, nel Parco del Cardeto, costruito nel 1859 per illuminare le rotte delle navi dirette al porto di Ancona. Dopo il suo abbandono nel 1965, il faro è stato restaurato nel 2000 e riaperto al pubblico. Prevista la realizzazione di sale espositivo-museali e spazi di socialità attraverso il partenariato pubblico-privato. Un luogo identitario che continua a orientare il futuro della città. C'è poi l'ex Monastero Santa Palazia sul Colle Guasco, vicino al centro storico di Ancona, fondato nel 1590 come luogo di preghiera. Dopo essere stato chiuso nel 1810, nel 1827 fu trasformato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, per poi essere destinato a sede di detenzione nel 1864. Il complesso fu distrutto dal terremoto del 1972, lasciando solo tracce della sua storia. Oggi l'area archeologica inserita all'interno del comprensorio del Guasco San Pietro è destinata a verde attrezzabile con percorsi pedonali e parcheggi. C'è poi l'edificio di proprietà dell'Agenzia del Demanio che sarà trasformato in uno smart building, con un focus su efficienza energetica, sicurezza antisismica e tecnologie sostenibili.
    Oltre a ospitare la sede della Direzione Regionale Marche dell'Agenzia del Demanio, l'immobile avrà anche spazi dedicati al coworking. Non si tratta solo di una riqualificazione, ma di un modello di innovazione che unisce funzionalità, sostenibilità e modernità. Questo progetto restituirà valore al patrimonio pubblico e offrirà un ambiente di lavoro all'avanguardia, pronto per le sfide future. Un altro intervento è per il Parco "La Cittadella" nel quartiere Capodimonte, sulla sommità del Colle Astagno. Un capolavoro dell'architettura rinascimentale progettata da Antonio da Sangallo nel 1532. Il Parco della Cittadella, che si estende nell'antico campo trincerato, conserva tracce del suo passato militare, come i camminamenti e la polveriera napoleonica. Oggi, il parco offre percorsi sportivi, un'area giochi e un bar, ed è accessibile al pubblico.
    La Cittadella è un luogo che unisce storia, natura e inclusività, e un punto di incontro, svago e cultura per la città. C'è poi l'ex Forte Garibaldi, costruito nel 1861, un'altura e la sua forma pentagonale ne attribuiva un'importante funzione difensiva. Danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale, il forte cambiò nome nel periodo della Repubblica e mantenne un ruolo strategico fino agli anni '80. Oggi, diviso tra spazi privati e aree del Ministero della Cultura, il forte è valorizzato con percorsi didattici e iniziative per promuovere il patrimonio storico e culturale della città. Ancona, nell'elenco figura l'ex edificio Capitaneria di Porto Situato sul molo Santa Maria, all'interno del porto storico di Ancona, edificio un tempo sede della Capitaneria di Porto.
    L'immobile, ora inutilizzato, sarà oggetto delle valutazioni dei soggetti competenti, coinvolti nell'accordo, ai fini della sua valorizzazione nel contesto del nuovo Piano regolatore portuale.
    Si aggiunge la ex Sede Inps, edificio di 6.000 mq, tra il centro storico e il Passetto, che sarà riqualificato per ospitare la Corte d'Appello e altri servizi del ministero della Giustizia, con l'obiettivo di ridurre i fitti passivi. Qui è previsto l'acquisito dall'Agenzia del Demanio con fondi ministeriali, e diventerà la nuova cittadella giudiziaria di Ancona. Questa trasformazione mira a migliorare l'efficienza dei servizi e a restituire un importante spazio istituzionale alla città.
    I tre immobili di proprietà del comune inseriti nel Patto sono l'ex Centrale del Latte, complesso, inaugurato nel 1955 per la pastorizzazione e vendita al dettaglio del latte, comprende cinque fabbricati industriali della metà degli anni '50, con una superficie totale di 4.430 mq. Oggi parte degli edifici è occupata da associazioni locali di volontariato. Il progetto, in considerazione della vicinanza al polo ospedaliero regionale di Torrette, prevede una riqualificazione, anche in partenariato pubblico-privato, con un mix funzionale che include servizi universitari e per l'istruzione, residenze universitarie, housing sociale. L'utilizzo mira a ottimizzare lo spazio per rispondere alle esigenze abitative e di servizio della città capoluogo. C'è poi l'ex Mattatoio, di circa 2000 mq, un tempo adibito al macello del bestiame e attualmente parzialmente occupato da associazioni culturali, sarà riqualificato per diventare un centro civico/commerciale di quartiere. Il progetto prevede un intervento urbanistico per il recupero degli edifici con caratteristiche di archeologia industriale. Inoltre, potrà essere realizzato un parcheggio funzionale per la mobilità a livello urbano. L'obiettivo è valorizzare l'area e renderla un punto di riferimento per la comunità cittadina. Infine il Casermaggio nel Parco del Cardeto. Il complesso di edifici diroccati, con una superficie di 1.100 mq, era originariamente destinato a laboratori per la preparazione delle polveri da parte degli artificieri, integrandosi con la vicina Polveriera di Castelfidardo. Attualmente inutilizzata, l'area offre un grande potenziale per il suo recupero che valorizzi la sua identità storica e favorisca un'integrazione più funzionale con i servizi già esistenti all'ingresso del Parco del Cardeto e la adiacente facoltà di Economia.
   

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