Le Marche sono la prima regione in
Italia per la percentuale di imprese che in un triennio hanno
svolto attività innovativa di prodotto o di processo: il 59%
delle aziende su una media nazionale del 50,9. Il 30,9% ha
introdotto almeno un'innovazione di prodotto, il 50,2%
innovazione di processo. Circa il 38% delle piccole imprese ha
intrapreso azioni a basso impatto ambientale. Questo quanto
emerge dall'analisi dell'Ufficio studi di Confartigianato. Gli
interventi più frequenti hanno riguardato il minor consumo di
energia e la riduzione delle emissioni di CO2. A seguire si
collocano la sostituzione di materiali tradizionali con
materiali meno inquinanti o pericolosi, la riduzione
dell'inquinamento atmosferico, idrico, sonoro e del suolo,
riciclaggio dei materiali e dei rifiuti, riciclo dell'acqua e
dei prodotti. "Una elevata propensione all'innovazione da parte
delle imprese genera diversi effetti positivi sull'economia",
commenta Gilberto Gasparoni Segretario di Confartigianato
Marche. "Le imprese che innovano differenziano la gamma
produttiva e migliorano la posizione competitiva, le modifiche
dei processi produttivi possono generare nuove opportunità
occupazionali, soprattutto in segmenti ad elevata
qualificazione. L'innovazione può spingere alla creazione di
nuove filiere produttive, favorendo una maggiore
diversificazione dell'offerta, riducendo la dipendenza da
comparti più tradizionali. Un sistema di imprese orientato
all'innovazione ha un più rapido adattamento ai cambiamenti del
mercato e risulta più resiliente nelle fasi cicliche recessive",
conclude.
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