Nelle Marche "persi circa 230
medici" negli ultimi cinque anni, "da 1.170 a 940", ma "non
deriva da una scelta della Regione o del governo nazionale: sono
le risultanze di una mancata programmazione che doveva essere
fatta 10-15 anni fa". La considerazione del presidente della
Regione Francesco Acquaroli a margine della seduta del Consiglio
regionale rispondendo ai cronisti sulla sanità.
"Purtroppo l'impossibilità di garantire il turnover dei
medici che vanno in pensione - ha osservato il presidente -
influisce molto negativamente sul territorio dove si sono persi
in pochi anni centinaia di medici di medicina generale e si sta
perdendo anche la forza che riguardava la continuità
assistenziale, cioè i medici di guardia che erano fondamentali
anche per attutire l'ingresso in emergenza urgenza".
Per far funzionare a pieno regime le 93 postazioni di guardia
medica sarebbero necessari circa 400 sanitari, secondo le stime
del presidente, ma attualmente le unità in servizio sono in
numero molto inferiore. La giunta, ha affermato Acquaroli, sta
facendo un lavoro di recupero e di ricostruzione del territorio
che necessariamente ha bisogno della disponibilità di laureati e
specializzati ad accedere a queste postazioni. Il governo sta
lavorando per alzare il numero degli iscritti nelle facoltà di
Medicina ma attualmente, con il turnover che registriamo ogni
anno, abbiamo delle difficoltà a coprire i medici che vanno in
quiescenza".
La carena di medici, ha sottolineato Acquaroli, è la
risultanza di "una mancata programmazione che doveva essere
fatta 10-15 anni fa perché per formare un medico occorrono 10-11
anni".
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