In via di definizione il
progetto esecutivo di miglioramento sismico dell'eremo di San
Leonardo a Montefortino (Fermo). Lo fa sapere l'arcidiocesi di
Fermo.
In occasione dell'anniversario della scomparsa di padre Pietro
Lavini, il 9 agosto 2015, l'arcivescovo di Fermo, Rocco
Pennacchio, con una nota, condivisa con il monastero delle
monache benedettine di Santa Vittoria in Matenano, proprietario
del bene, ha voluto condividere con la comunità la situazione
attuale dell'eremo e le prospettive future volte al recupero
della chiesa e dei locali annessi.
Il monastero è stato danneggiato dagli eventi sismici che,
dal 24 agosto 2016 all'inizio del 2017, hanno segnato e ferito
le Marche. L'edificio, lesionato in modo particolare nelle
strutture portanti del loggiato e nella parete dell'abside
rivolta a picco sulla Gola dell'Infernaccio, è stato dichiarato
inagibile nel 2017. Da quel momento è scattato l'iter per la sua
messa in sicurezza e il consolidamento che conduce ai giorni
nostri.
E' infatti in via di definizione il progetto esecutivo di
miglioramento sismico affidato all'ingegner Massimo Conti En.Ar
Conti srl. "È evidente - sottolinea l'ingegner Conti nella nota
dell'arcidiocesi - che le lesioni create dal sisma sulle
facciate denotano l'innesco di cinematismi delle murature che in
alcuni punti sono prossimi al crollo se non fosse intervenuta
rapidamente la messa in sicurezza mediante il confinamento delle
spinte come ad esempio quella della copertura del portico e le
importanti lesioni della parte absidale. Importanti dissesti si
notano anche all'interno della struttura al piano terra dove la
pavimentazione in cls è letteralmente tagliata".
L'intervento che si sta progettando prevede interventi di
consolidamento diffuso sulle murature, fondazioni, copertura,
abside, solai, nonché la sistemazione del bagno esterno.
Recentemente è stata eseguita una ulteriore sessione di sondaggi
finalizzata a comprendere meglio la situazione geologica e
geotecnica. Il rilievo geo-meccanico delle rocce affioranti, ha
messo in luce gli effetti del sovrascorrimento legato
all'orogenesi dei Monti Sibillini. Questa genesi ha deformato le
rocce formando pieghe e faglie, il cui studio andrà debitamente
analizzato per garantire la sicurezza del sito.
"Una volta definito, il progetto, entro il 2024 - concludono
dall'arcidiocesi - sarà inviato all'ufficio ricostruzione che
provvederà a tutta l'istruttoria. Poi, previo finanziamento da
parte del commissario per la ricostruzione e relativo decreto,
sarà possibile dare l'avvio ai lavori in tempi che al momento è
difficile indicare".
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