Sulla ricostruzione post sisma
"basta rimpalli e ritardi, attuare subito il badge di cantiere.
si apra il confronto sul protocollo". Lo chiede la Cgil Marche
che ricorda:
"è stato sottoscritto, qualche giorno fa, il protocollo d'intesa
tra il Ministero del Lavoro e la struttura Commissariale per la
ricostruzione post sisma 2016 'Per il sostegno allo sviluppo
sociale e del lavoro nelle aree dell'Appennino colpite dagli
eventi sismici del 2016 e 2017'. Sforzandoci di considerare il
protocollo come un passo avanti rispetto alla realizzazione
delle misure necessarie per il rilancio occupazionale e sociale
delle aree del cratere, - il monito del sindacato - restano
inattuate molte richieste che come Cgil sono state avanzate in
questi anni".
"Un'intera sezione del protocollo è infatti dedicata alla
'tutela della salute, della sicurezza e dei diritti dei
lavoratori' impegnati nel più grande cantiere d'Europa,
individuando l'Appennino Centrale come laboratorio di
sperimentazione per le più avanguardistiche iniziative in
materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. - ricorda il
sindacato - Nell'attesa del tutto, però che sono passati otto
anni dall'entrata in vigore del d.l. 189/2016 che ha introdotto
il badge di cantiere, strumento che avrebbe consentito il
monitoraggio puntuale dei flussi di lavoratori e la gestione
delle informazioni utili per garantire le attività ispettive e
di vigilanza. Nonostante sia stato richiamato negli anni
seguenti da tutti i Protocolli di Legalità sottoscritti dalle
Prefetture nell'area del sisma, non è stato ancora possibile
dare il via all'attuazione per la mancanza di un'ordinanza
attuativa della struttura commissariale che lo stesso Castelli
ha promesso pubblicamente".
"Nel frattempo, mentre aspettavamo l'introduzione del badge,
in questi otto anni passati vicino ai lavoratori impegnati nella
ricostruzione - prosegue la Cgil Marche - ci siamo imbattuti in
quotidiane situazioni di sfruttamento, irregolarità e dumping
contrattuale di ogni tipo, senza avere a disposizione quegli
strumenti normativi che avrebbero sicuramente permesso una
diversa opera di prevenzione delle stesse".
"Anche se molto in ritardo, siamo nella fase centrale della
ricostruzione soprattutto privata - sottolinea Giuseppe
Santarelli, segretario generale Cgil Marche -: questo è il
momento di attuare tutte le misure a tutela della legalità e del
lavoro sicuro. Altri ritardi sarebbero complici di un sistema di
sfruttamento e irregolarità che comunque è presente nei cantieri
della ricostruzione e che noi denunciamo e contrastiamo
quotidianamente".
La speranza è "quindi che sia finalmente terminata la
stagione dei rimpalli di responsabilità e dell'inerzia e che
possano realizzarsi le misure che come CGIL abbiamo chiesto in
questi anni di lotte e rivendicazioni. Ci aspettiamo quindi che
il Commissario Straordinario passi subito alla stesura
definitiva dei piani attuativi e delle ordinanze previste dal
Protocollo sottoscritto".
Per quanto riguarda i contenuti del Protocollo, conclude
Santarelli, "che riguardano misure per l'occupazione,
l'autoimpiego, il sistema delle competenze, i servizi sociali e
welfare territoriale, è necessario coinvolgere le parti sociali
nelle quattro regioni interessate per evitare azioni che più che
occuparsi dello sviluppo futuro di queste aree, puntino ad una
politica di sussidi spesi a pioggia come sta avvenendo da tempo
e volte più al controllo elettorale di queste aree".
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