Stipendi pagati solo alla metà
dei lavoratori. Accade nella principale azienda di trasporti del
Molise, la Atm. A denunciare quanto sta accadendo sono i
sindacati di categoria che da anni mettono in evidenza i
problemi con la regolarità delle retribuzioni che interessano i
lavoratori di questa società. "Non è una novità dall'azienda
dalle cattive abitudini - evidenziano in una nota congiunta
Cgil, Cisl, Cisal e Ugl -. L'atteggiamento dell'azienda Atm,
guidata dal patron Larivera, è vergognoso e ignobile. Una
situazione inaccettabile. Non solo non è incline a pagare
regolarmente gli stipendi, ma ha deciso di ridurli del 50%, come
se si trattasse di saldi di fine stagione, applicando una logica
da grandi magazzini. Ad agosto, ha pagato solo metà dei
lavoratori, lasciando gli altri 100 dipendenti e le loro
famiglie senza salario". I sindacati sottolineano poi che
"Larivera, con i soldi pubblici dei contribuenti molisani,
inclusi quelli degli stessi dipendenti Atm, decide
arbitrariamente chi pagare, favorendo chi gli è più simpatico.
Inoltre, continua a non versare i contributi per la previdenza
complementare e l'assistenza sanitaria integrativa, obblighi
previsti da norme e contratti che disattende ormai da anni".
"Eppure - ricordano ancora i rappresentanti dei lavoratori - le
leggi per far rispettare le regole ci sono". Il riferimento è a
quanto deciso due anni fa dalla Regione Molise che, dopo i
ripetuti ritardi nel pagamento degli stipendi, era intervenuta
rendendo più semplice la risoluzione contrattuale in via
anticipata rispetto alla scadenza naturale nei confronti di
quelle imprese concessionarie che "non provvedano al pagamento
delle retribuzioni ai propri dipendenti entro 12 giorni dalla
data di effettivo pagamento di quanto spettante per il mese
precedente per due volte, nell'arco di vigenza temporale del
contratto".
Per questi motivi i sindacati hanno chiesto al presidente della
Regione Molise Francesco Roberti di essere convocati al più
presto e hanno preannunciato che nei prossimi giorni si
mobiliteranno con assemblee e presidi, non escludendo uno
sciopero generale del trasporto pubblico regionale.
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