Sedici provvedimenti di divieto di
accesso alle aree urbane (Dacur, il cosiddetto daspo urbano)
sono stati emessi dal Questore di Isernia, Davide Della Cioppa,
nei confronti di altrettante persone che lo scorso aprile si
sono rese protagoniste di una violenta rissa a Venafro
(Isernia).
La decisione fa seguito alla sospensione della licenza, per
la durata di 10 giorni, comminata al bar dove si sono verificate
le violenze.
Alla rissa presero parte due folti gruppi di persone, alcune
delle quali già con precedenti penali specifici e destinatari di
divieti di assistere alle manifestazioni sportive.
Ad accendere gli animi, secondo quanto emerso dagli
accertamenti della Polizia, sarebbe stato uno scontro verbale
fra due giovani, dovuto a futili motivi, avvenuto all'interno
del locale molto frequentato dai giovani del posto. La lite è
degenerata inducendo molti altri ragazzi, amici delle rispettive
parti, ad affrontarsi. Le due fazioni - composte,
rispettivamente, da residenti del luogo (tra i quali anche
alcuni riconducibili alla tifoseria organizzata del Venafro) e
da cittadini di origini nordafricane - si sono contrapposte
all'esterno del bar con un lancio di oggetti e bastoni prima di
fuggire nelle via circostanti. La rissa venne ripresa dai
passanti e le immagini sono state diffuse sui social, suscitando
allarme tra i residenti, anche in ragione dell'ubicazione in
pieno centro del bar.
Se le persone destinatarie del Daspo, nell'arco di un anno,
dovessero essere individuate nelle vicinanze del bar, rischiano
la reclusione da uno a tre anni e la multa tra 10mila e 24mila
euro.
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