Artigianato, sostenibilità,
professionalità insieme a voglia di riscatto e di futuro si
intrecciano, oggi, a Termoli con la nascita della "rete" delle
sartorie sociali con la partecipazione di circa 40 piccole
realtà. Storie diverse di resilienza ed emarginazione unite in
un progetto comune: realizzare abiti con tessuti naturali,
rispetto dell'ambiente e delle tradizioni rigettando il
"fast-fashon". Questo il leit-motiv della "community" costituita
in città dove sono arrivati artigiani e operatori da tutta
Italia.
Nell'auditorium di "Scuola e Lavoro" si sono incontrate le sarte
di Scampia, il quartiere di Napoli dove è attivo un progetto
formativo dedicato alle ragazze; il giovane del Gambia
appassionato di moda approdato in Sicilia dove ha avviato un
laboratorio, il gruppo delle donne nigeriane di Action Woman di
Castelvolturno divenute un'associazione di promozione sociale e
diversi operatori di sartorie sociali giunti da varie località
italiane. Tutti insieme appassionatamente per portare avanti un
"brand" dove al primo posto ci sono i valori umani, il rispetto,
il lavoro dignitoso, l'estro e la fantasia.
"E' un'occasione importante e unica. Finalmente questi progetti
sociali e virtuosi vengono messi a sistema perchè insieme si
riesce a costruire un nuovo paradigma della moda sostenibile"
dichiara Barbara Annunziata di Castelvolturno.
Presenti l'Assessore regionale alle Politiche del lavoro
Gianluca Cefaratti, la consigliera con delega alle Politiche
sociali Stefania Passarelli, Remo Di Giandomenico Commissario
straordinario dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo.
Partecipano all'iniziativa il Centro Studi per la moda e le
produzioni culturali ModaCult, l'Università Cattolica del Sacro
Cuore, l'Accademia delle Belle Arti Napoli, le associazioni Next
e Artemusa, "Slow Fiber" che rappresenta un "pool" di aziende
della filiera tessile e arredamento; la Fismo Confesercenti
Genova che si occupa di distribuzione di abbigliamento, la
Provincia di Isernia.
"Con le sartorie sociali si va al di là del brand della moda e
si abbracciano situazioni per le quali bisogna dare il proprio
contributo - dichiara Cefaratti -. La fase di ascolto è
importante, siamo qui per ascoltare, per comprendere le
esigenze del territorio e capire quale futuro si può garantire a
quelle realtà che si affacciano nei territori regionali.
Esistono risorse che si possono utilizzare per questi scopi.
Siamo in fase di programmazione, abbiamo di risorse importanti
per il lavoro, per il sociale, per le donne. E' un percorso
lungo che inizia oggi che ci dovrà vedere da qui a qualche tempo
riflettere su quello che siamo stati capaci di fare".
Di Giandomenico dell'Aast sottolinea: "importante rivalutare il
lavoro degli artigiani, dei maestri. Oggi dobbiamo far tornare
le sartorie nel sociale".
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