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A Termoli costituita la rete delle Sartorie sociali

A Termoli costituita la rete delle Sartorie sociali

Da Scampia, Sicilia, da Castelvolturno ed altre località

TERMOLI, 25 gennaio 2025, 17:30

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Artigianato, sostenibilità, professionalità insieme a voglia di riscatto e di futuro si intrecciano, oggi, a Termoli con la nascita della "rete" delle sartorie sociali con la partecipazione di circa 40 piccole realtà. Storie diverse di resilienza ed emarginazione unite in un progetto comune: realizzare abiti con tessuti naturali, rispetto dell'ambiente e delle tradizioni rigettando il "fast-fashon". Questo il leit-motiv della "community" costituita in città dove sono arrivati artigiani e operatori da tutta Italia.
    Nell'auditorium di "Scuola e Lavoro" si sono incontrate le sarte di Scampia, il quartiere di Napoli dove è attivo un progetto formativo dedicato alle ragazze; il giovane del Gambia appassionato di moda approdato in Sicilia dove ha avviato un laboratorio, il gruppo delle donne nigeriane di Action Woman di Castelvolturno divenute un'associazione di promozione sociale e diversi operatori di sartorie sociali giunti da varie località italiane. Tutti insieme appassionatamente per portare avanti un "brand" dove al primo posto ci sono i valori umani, il rispetto, il lavoro dignitoso, l'estro e la fantasia.
    "E' un'occasione importante e unica. Finalmente questi progetti sociali e virtuosi vengono messi a sistema perchè insieme si riesce a costruire un nuovo paradigma della moda sostenibile" dichiara Barbara Annunziata di Castelvolturno. Presenti l'Assessore regionale alle Politiche del lavoro Gianluca Cefaratti, la consigliera con delega alle Politiche sociali Stefania Passarelli, Remo Di Giandomenico Commissario straordinario dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo.
    Partecipano all'iniziativa il Centro Studi per la moda e le produzioni culturali ModaCult, l'Università Cattolica del Sacro Cuore, l'Accademia delle Belle Arti Napoli, le associazioni Next e Artemusa, "Slow Fiber" che rappresenta un "pool" di aziende della filiera tessile e arredamento; la Fismo Confesercenti Genova che si occupa di distribuzione di abbigliamento, la Provincia di Isernia.
    "Con le sartorie sociali si va al di là del brand della moda e si abbracciano situazioni per le quali bisogna dare il proprio contributo - dichiara Cefaratti -. La fase di ascolto è importante, siamo qui per ascoltare, per comprendere le esigenze del territorio e capire quale futuro si può garantire a quelle realtà che si affacciano nei territori regionali.
    Esistono risorse che si possono utilizzare per questi scopi.
    Siamo in fase di programmazione, abbiamo di risorse importanti per il lavoro, per il sociale, per le donne. E' un percorso lungo che inizia oggi che ci dovrà vedere da qui a qualche tempo riflettere su quello che siamo stati capaci di fare".
    Di Giandomenico dell'Aast sottolinea: "importante rivalutare il lavoro degli artigiani, dei maestri. Oggi dobbiamo far tornare le sartorie nel sociale".
   

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