Uno sciopero nazionale è stato
indetto oggi in Grecia dal principale sindacato dei lavoratori
del settore pubblico (ADEDY) e da quello del settore privato
(GSEE), per chiedere verità e giustizia in occasione
dell'anniversario di due anni dall'incidente ferroviario di
Tebi, in cui persero la vita 57 persone. Oltre 200
manifestazioni sono previste in tutta la Grecia per chiedere che
vengano individuati i responsabili della strage e che le
indagini in corso sull'incidente non vengano insabbiate dal
governo conservatore di Nea Dimokratia. Alle 11, ora locale, è
prevista una imponente manifestazione davanti alla sede del
parlamento, in piazza Syntagma ad Atene. La protesta è stata
indetta dall'Associazione dei familiari delle vittime e vede il
coinvolgimento dei movimenti studenteschi, ma anche dalle
associazioni di avvocati, farmaceutici, medici. I traghetti e i
treni rimarranno fermi nella giornata di oggi, vista la
partecipazione allo sciopero della Federazione panellenica dei
marinai (PNO) e dei sindacati del personale ferroviario, anche i
controllori del traffico aereo si sono uniti alla protesta e
sono previste cancellazioni dei voli. I tassisti osserveranno
un'interruzione del lavoro di tre ore dalle 10:00 alle 13:00 e i
teatri, i cinema e molti negozi rimarranno chiusi. Lo slogan
della mobilitazione nazionale, "Non ho ossigeno", si richiama
alla frase pronunciata da una delle vittime nel vasto incendio
che è divampato dopo lo scontro frontale tra un treno passeggeri
e uno merci nei pressi della città di Larissa. La richiesta di
giustizia per le vittime ha preso nuovo vigore dopo che, nel
gennaio scorso, una perizia indipendente commissionata
dall'Associazione dei familiari delle vittime ha sostenuto che
sul luogo dell'incidente è stata rinvenuta la presenza di alcuni
solventi chimici, come lo xilene, e ha alimentato il sospetto
che il treno merci trasportasse un carico non dichiarato di
materiale infiammabile.
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