Tanta pioggia tutta insieme non si
vedeva da almeno 30 anni in Europa centrale e, secondo gli
esperti, il peggio deve ancora venire, con la tempesta Boris
pronta a mostrare tutto il suo potenziale. In Romania, il Paese
più colpito, le vittime accertate sono sei e c'è un disperso.
Un'altra persona è annegata in Polonia e un vigile del fuoco è
rimasto ucciso in Austria mentre tentava di portare soccorso. E
con il passar delle ore aumenta il numero delle vittime, dei
dispersi e degli sfollati. Gli altri Paesi da giorni in lotta
con l'acqua, la pioggia quasi incessante e quella dei fiumi in
piena, sono Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria. In tilt in
molte aree trasporti e servizi, compresa la corrente elettrica.
Le immagini delle inondazioni mostrano interi quartieri
allagati, strade sommerse dall'acqua, gente con l'acqua fino
alle ascelle, dighe improvvisate per fermare l'innalzamento dei
corsi d'acqua, persone in cerca di un rifugio. Il Danubio e i
suoi affluenti sono bombe d'acqua a orologeria e le autorità di
mezza Europa si stanno affannando per rafforzarne gli argini con
il timore di una piena superiore a quella del 2013, la peggiore
in 500 anni che causò decine di morti e dispersi e decine di
migliaia di sfollati. "Stiamo di nuovo affrontando gli effetti
del cambiamento climatico, sempre più presenti nel continente
europeo, con conseguenze drammatiche", ha affermato il
presidente rumeno Klaus Iohannis, mentre il sindaco della città
con più vittime, Galati, ha parlato di una "catastrofe di
proporzioni epiche". Il ministro degli Interni rumeno ha
affermato che nella regione sono state colpite più di 6.000
famiglie e 15.000 persone. In Austria, dove è morto il vigile
del fuoco, in alcune zone del Tirolo è caduto un metro di neve,
mai così tanta a settembre, un settembre in cui fino a pochi
giorni fa si toccavano i 30 gradi anche in montagna. In Polonia
è crollata una diga e un'altra era tracimata ieri sera: la
polizia ha iniziato a evacuare i residenti bloccati nella zona
utilizzando un elicottero. Ovunque è stato mobilitato
l'esercito. In Repubblica ceca 4 persone risultano disperse.
Nella vicina Slovacchia, è stato dichiarato lo stato di
emergenza nella capitale Bratislava. L'Ungheria ha mobilitato
17.000 militari al lavoro per rafforzare gli argini nell'intento
di prevenire il peggio. Ai volontari è stato invece suggerito di
spostarsi solo dietro espressa richiesta, e alla popolazione si
suggerisce di restare in casa. La presidente della Commissione
europea, Ursula von der Leyen ha espresso in un messaggio su X
la sua "solidarietà a tutte le persone colpite dalle devastanti
inondazioni" e ha dichiarato che "l'Ue è pronta a fornire
sostegno".
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