In Bulgaria è ormai certo che vi
saranno nuove elezioni anticipate. E' fallito infatti anche il
terzo e ultimo tentativo di formare un governo, con il partito
populista 'C'è un popolo come questo' (Itn), che ha rimesso
immediatamente il mandato conferitogli dal presidente Rumen
Radev. "Ho deciso di conferire a voi il terzo mandato
esplorativo, voi che avete il minor numero di deputati al
parlamento ma che siete i più coerenti e fermi nelle vostre
posizioni", ha detto Radev. Subito dopo i rappresentanti
dell'Itn hanno restituito la cartella vuota, spianando la via
verso elezioni anticipate. In precedenza a rinunciare al mandato
erano stati i conservatori del Gerb e i liberali di 'Continuiamo
il cambiamento' (Pp), rispettivamente prima e seconda forza
politica in parlamento. Secondo la Costituzione bulgara, Radev
dovrebbe nominare un governo ad interim e indire la data delle
elezioni. Nel dicembre scorso la cosiddetta maggioranza
euroatlantica in parlamento (Gerb, Pp e il partito della
minoranza turca Dps) ha votato emendamenti della Costituzione
che limitano sostanzialmente i poteri del Presidente. Secondo le
regole precedenti, in caso di elezioni anticipate, il parlamento
si scioglie, il presidente nomina a sua discrezione un premier e
i vari ministri ad interim. Secondo le nuove regole il
parlamento continua a funzionare fino alla composizione di un
nuovo parlamento dopo il voto, mentre il presidente dovrà
scegliere il premier tra il presidente del parlamento, il
presidente della Banca nazionale bulgara (Bnb) e il suo vice, il
presidente e il suo vice della Corte dei Conti, il Difensore
civico e il suo vice - quasi tutti nominati in precedenza dal
Gerb. Gli emendamenti della Costituzione avevano provocato
perplessità e disapprovazione tra gli esperti in materia. Adesso
molti analisti prospettano una crisi costituzionale a seguito
delle nuove regole "non ponderate e votate in fretta".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA