di Rosanna Pugliese
In Germania i socialdemocratici
strappano la vittoria in Brandeburgo, soffiando l'agognato primo
posto all'ultradestra, che non ha bissato il risultato storico
di 15 giorni fa, quando ad Erfurt l'Afd ha dominato la partita.
E su una cosa sono tutti d'accordo: se il cancelliere Olaf
Scholz può tirare un sospiro di sollievo, l'artefice del
capolavoro nel Land alle porte di Berlino si chiama Dietmar
Woidke, che dal Kanzler si è platealmente smarcato. Dopo undici
anni alla guida della regione è lui, il governatore uscente, a
raccogliere, ad appena due settimane dal disastro elettorale
incassato dal partito in Sassonia e Turingia, il frutto di una
mossa tanto audace quanto vincente: chiedere agli elettori di
scegliere in modo chiaro fra lui e i nazionalisti, annunciando
dimissioni niente affatto dovute (non ha mai rischiato la
presidenza) nel caso in cui, invece, fosse arrivato secondo. Il
voto in Brandeburgo ha sollevato di nuovo l'attenzione
internazionale, dal momento che si tratta di un test cruciale
anche a Berlino, e soprattutto per il cancelliere. Una sconfitta
nella regione dove l'Spd detiene il primato indiscusso dalla
Riunificazione avrebbe infatti messo a rischio la sua
ricandidatura nel 2025. Ma Scholz non è rimasto sordo al
campanello di allarme, irrigidendo la politica sui rifugiati
subito dopo l'attentato di Solingen (con controlli alle
frontiere ed espulsioni più facili) e cambiando il suo discorso
politico perfino sull'Ucraina. Spinto certamente anche dal
sentimento popolare diffuso all'est, dove la guerra fa molta
paura e le scelte economiche del governo che fa della Germania
il secondo sostenitore al mondo di KIev vengono chiaramente
contestate, il Kanzler ha affermato che è "arrivato il tempo di
sondare le possibilità" per trattare la pace con Vladimir Putin.
E ha assicurato che non fornirà i Taurus, "niente mezzi militari
che potrebbero arrivare a Mosca". Tornando al Brandeburgo, il
voto di questa domenica ha evitato un nuovo trionfo del partito
che anche in questo Land viene monitorato dai Servizi interni in
quanto "sospettato" di estremismo di destra. "Il nostro
obiettivo era evitare al Brandeburgo un marchio marrone", ha
detto il sessantaduenne Woidke riferendosi al colore delle
camicie dei nazionalsocialisti di Hitler. "E siamo lieti che, a
quanto sembra dai dati attuali, potrebbe essere così", ha
commentato a caldo dopo i primi exit poll, mantenendosi ancora
cauto, il protagonista della partita, che ha rimarcato di aver
realizzato "una caccia al voto e un recupero di portata
storica". Dal 18% dei sondaggi di agosto, il partito avrebbe
adesso il 31,1% (secondo le proiezioni divulgate da Ard in prima
serata). Di diverso avviso la leader di Alternativa, Alice
Weidel: "I veri vincitori della serata siamo noi. In Brandeburgo
c'è stato un voto tattico. Non a caso il governatore
democristiano dello Schleswig-Holstein Kretschmer ha chiesto ai
brandeburghesi di votare per l'Spd. Ma dobbiamo accettarlo.
Siamo sereni, è solo una tappa. Vedrete che succede alle
federali", l'aggiunta alla tv pubblica, commentando i dati che
danno il partito al 29,8%. Ad ammettere l'amara sconfitta è
stata invece la Cdu: "C'è stata una chiara polarizzazione fra
l'Afd e Woidke. E come perdenti della serata posso dire: il
governatore è stato molto coraggioso, ha deciso di puntare tutto
su una carta. Auguri ai socialdemocratici del Brandeburgo", il
commento del segretario generale Carsten Liennemann al risultato
della Cdu, che ha preso un 11,9%, esito peggiore di sempre
nell'est. Tremano ancora invece i Verdi, che sarebbero al 5%,
mentre i liberali, sotto l'1% hanno annunciato "un autunno di
decisioni". Sahra Wagenknecht, che si è ammalata e non può
festeggiare col neonato partito che porta il suo nome,
all'esordio nel Land conquista un 12,3%. Mentre la Linke, al 3%,
ammette il "disastro".
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