Le crescenti pressioni
dell'Occidente sulla Serbia, da ultimo in particolare sui temi
di Srebrenica e del Kosovo, sono state denunciate dal ministro
degli esteri russo Serghiei Lavrov, secondo il quale il leader
serbo-bosniaco Milorad Dodik è l'unico in Bosnia-Erzegovina a
battersi per il rispetto dei principi contenuti nell'accordo di
pace di Dayton.
"L'obiettivo di annichilire i serbi non viene meno. Dieci
anni fa tentarono di approvare una risoluzione sul genocidio di
Srebrenica al consiglio di sicurezza dell'Onu, ma noi ponemmo il
veto", ha detto Lavrov in una intervista all'emittente Atv
(Televisione Alternativa) di Banja Luka, capoluogo della
Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba della
Bosnia-Erzegovina. A suo dire, i serbi sono "molto testardi" e
"si comportano in maniera del tutto indipendente", rifiutando di
aderire alle sanzioni contro la Russia e di riconoscere
l'indipendenza del Kosovo, opponendosi a una sua eventuale
adesione alle organizzazioni internazionali. Condizioni queste,
per Lavrov, che ora Bruxelles pone come ultimatum a Belgrado,
poichè a suo dire l'adesione alla Ue implica automaticamente una
contrapposizione e una lotta contro la Russia. Criticando
l'operato dell'Alto rappresentante internazionale in
Bosnia-Erzegovina Christian Schmidt, la cui legittimità non è
riconosciuta dai serbo-bosniaci, Lavrov ha preso le difese di
Milorad Dodik, che è nel mirino della comunità internazionale
per le sue crescenti aspirazioni secessioniste. "Dodik viene
rappresentato come il principale cattivo, intenzionato a
distruggere l'accordo di Dayton, sebbene lui e e la sua squadra
siano gli unici in Bosnia-Erzegovina a battersi per i principi
contenuti in quell'accordo", ha detto. E sul Kosovo, il capo
della diplomazia russa ha definito "vergognosa" la recente
decisione dell'Assemble parlamentare del Consiglio d'Europa a
favore dell'ammissione del Kosovo. "Tra un paio di settimane
anche il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa si
pronuncerà e non c'è dubbio che la decisione sarà la stessa,
sostenendo che in Kosovo si notano progressi nella lotta alla
corruzione e nella creazione di un sistema giudiziario
efficiente. Ma tutti sanno che il Kosovo è un territorio di
totale illegalità, di criminalità organizzata, di pulizia etnica
dei serbi, lì non c'è mai stata nessuna democrazia", ha
affermato Lavrov.
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