Nel settore nord (serbo) di
Kosovska Mitrovica alcune centinaia di serbi locali sono
radunati da stamane davanti agli uffici pubblici dove lavorano e
che sono stati chiusi nell'operazione della polizia kosovara di
venerdì scorso, intervenuta per porre fine a quella che Pristina
ritiene attività illegali da parte di strutture parallele serbe
in Kosovo. I dipendenti chiedono di potersi recare ai loro posti
di lavoro ma vengono tenuti a distanza dagli agenti. La
situazione, pur in una atmosfera di evidente tensione
interetnica, è attualmente calma ma si teme che possa degenerare
in nuovi scontri e incidenti. Unità di polizia presidiano con
veicoli di servizio gli ingressi degli uffici serbi chiusi -
fondi pensione, strutture socio-sanitarie, centri di assistenza
ai cittadini - sui quali ieri sono stati apposti cartelli in tre
lingue (albanese, serbo e inglese) con i simboli della
Repubblica del Kosovo e scritte di appartenenza a vari ministeri
di Pristina. Una appropriazione che la popolazione serba locale,
appoggiata dal governo di Belgrado, contesta protestando contro
la dirigenza kosovara e il premier Albin Kurti. L'operazione
della polizia di venerdì scorso aveva interessato ugualmente
uffici e istituzioni serbe negli altri tre maggiori Comuni del
nord a maggioranza serba - Zvecan, Zubin Potok e Leposavic.
Critiche a tale azione di polizia sono giunte dall'intero
spettro della comunità internazionale - Ue, Usa, Quint, Kfor,
Unmik, che accusa il governo di Pristina di andare avanti con
decisioni unilaterali e non coordinate con i partner
internazionali, decisioni che hanno l'effetto di alimentare le
tensioni, destabilizzare la situazione e allontanare le
prospettive di ripresa del dialogo fra Belgrado e Pristina. Nei
mesi scorsi Pristina ha messo al bando il dinaro serbo e ha
chiuso numerose filiali di banche serbe e uffici postali nel
nord. Una polemica è in corso inoltre sulla volontà di Pristina
di aprire totalmemnte anche al traffico automobilistico il
principale ponte sull'Ibar che divide in due settori kosovska
Mitrovica, uno serbo e uno albanese. La parte serba e Belgrado
sono contrari temendo per la sicurezza dei serbi. Per la
comunità internazionale, i problemi aperti nei rapporti tra le
parti vanno affrontati e risolti nell'ambito del processo
negoziale che si tiene sotto l'egida della Ue.
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