Anche oggi i serbi nel nord del
Kosovo non hanno potuto accedere ai loro posti di lavoro in
uffici e istituzioni legati all'amministrazione serba a
Belgrado, che restano chiusi e sotto protezione della polizia
kosovara, dopo l'operazione di venerdì scorso. Gli agenti, su
decisione della dirigenza di Pristina, erano intervenuti a
bloccare l'attività di tali uffici - fondi pensione, strutture
socio-sanitarie - ritenute strutture parallele di Belgrado che
operano illegalmente in Kosovo. Una operazione criticata in coro
dall'intera comunità internazionale - Ue, Usa, Quint, Kfor,
Unmik - che contesta le sempre più le frequenti azioni
unilaterali di Pristina attuate senza coordinamento con i
partner internazionali. Centinaia di serbi sono radunati dalle
prime ore di stamane davanti ai loro uffici, presidiati da
ingenti forze di polizia. La situazione resta per ora calma,
anche se è palpabile una crescente tensione interetnica che
potrebbe sfociare in incideenti e scontri.
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