(di Paolo Algisi)
Unicredit chiude il trimestre con
un utile di 2,7 miliardi di euro, in crescita del 16% sul 2023 e
superiore ai 2,3 miliardi attesi dagli analisti, archiviando i
primi sei mesi del 2024 con 5,2 miliardi di profitti, il 20% in
più dello scorso anno, e con la generazione di 6,7 miliardi di
capitale, equamente suddivisi nei due trimestri. Risultati
"record" sottolinea l'amministratore delegato, Andrea Orcel, che
rivede la guidance 2024 sui ricavi, salita da 22,5 a oltre 23
miliardi, e quella sulla generazione di capitale, attesa sopra i
350 punti base, mentre per ora non tocca l'obiettivo di un utile
superiore agli 8,5 miliardi. "Il nostro andamento sottostante
eccede significativamente" questo target ma per ora, ha spiegato
Orcel, "abbiamo deciso di non aggiornare" la guidance per
mantenere della "flessibilità" e proteggere "la nostra
performance futura". Unicredit deciderà tra il terzo e il quarto
trimestre se alzare gli obiettivi o mettere un po' di fieno in
cascina. "La dimensione" dell'utile "potrebbe dipendere dagli
oneri di integrazione" contabilizzati nel secondo semestre,
sottolinea Morgan Stanley. Sul fronte della remunerazione dei
soci viene confermata la distribuzione di 10 miliardi nel corso
del 2024, inclusivi di 3,1 miliardi di acconto sui risultati
2024 tra buyback (1,7 miliardi) e cedole (1,4 miliardi), come
pure la politica di distribuzione a valere sui risultati 2024,
con almeno il 90% degli utili che torneranno ai soci. Su questo
fronte il target di 8,6 miliardi è stato raggiunto al 60% con
l'accantonamento di tutti i 5,2 miliardi di utili del semestre.
I conti sono stati accompagnati dall'annuncio dell'acquisto per
370 milioni di euro di Aion Bank, una banca digitale belga con
filiali in Polonia, Germania e Svezia, e di Vodeno, una fintech
polacca proprietaria di una piattaforma cloud che consente ad
aziende finanziarie e non - dalle banche ai retailer, ai
marketplace, all'e-commerce, alle fintech - di offrire ai propri
clienti una gamma completa di servizi bancari anche senza
possedere una licenza. Orcel intende "potenziare ulteriormente"
la "tecnologia proprietaria" di Vodeno, "utilizzandola come
sandbox (un ambiente circoscritto, ndr) per sviluppare, testare
e innovare a beneficio del nostro intero gruppo", anche grazie
al suo un team di 200 "talentuosi" ingegneri, mentre Aion Bank,
che ha implementato la tecnologia di Vodeno, "ci dà la
possibilità di entrare in specifici segmenti di clientela e in
interi mercati in tutta Europa, offrendo ulteriori opportunità
per impiegare in modo efficiente il nostro capitale in eccesso"
grazie alla previsione di un "ritorno superiore al 15%". Tra i
mercati a cui guardare Orcel indica la Polonia, lasciata "a
malincuore" con la vendita di Pekao e dove Vodeno è basata e ha
operato "con successo". Sul fronte delle grandi acquisizioni
Unicredit resta "costruttiva ma disciplinata" anche se al
momento non ci sono le "condizioni" per affondare il colpo a
causa di valutazioni di Borsa inflazionate che rendono più
conveniente il buyback. In Russia, dove ha accantonato 200
milioni di euro dopo il sequestro di 463 milioni di asset, Orcel
conferma di essere impegnato a "cessare progressivamente" le sue
attività, senza dare l'opportunità a Mosca di impadronirsene.
"Vogliamo avere chiarezza su quello che possiamo fare
all'interno delle regole", dice commentando il ricorso al
Tribunale dell'Ue sulla compatibilità delle imposizioni Bce con
l'attuale quadro giuridico. Qualunque sarà la decisione della
corte, Unicredit la considererà "win-win" avendo finalmente
certezza su come agire. In Borsa il titolo ha chiuso in rialzo
dello 0,21% a 39,10 euro.
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