La maratona elettorale europea,
iniziata ieri nei Paesi Bassi, prosegue oggi in Irlanda e
Repubblica Ceca. Nel Paese dell'Est Europa, al quinto
appuntamento elettorale per le europee, si è iniziato a votare
dalle 14 con la chiusura prevista domani alla stessa ora. Circa
8,5 milioni di cittadini sono chiamati a eleggere 21
rappresentanti al Parlamento europeo.
In testa nei sondaggi con il 32% c'è Azione dei cittadini
insoddisfatti (Ano 2011), partito d'opposizione dell'ex primo
ministro ceco, Andrej Babis, di orientamento
liberal-conservatore e populista. Ano 2011, che fa parte dei
liberali di Renew Europe al Parlamento europeo, nei giorni
scorsi ha ventilato l'ipotesi di abbandonare il gruppo dopo il
voto. A seguire c'è la coalizione al governo di centro-destra
Spolu (Insieme) guidata dal Partito Civico Democratico (Ods) del
premier Petr Fiala, tra gli esponenti di spicco dei Conservatori
e Riformisti europei (Ecr), la stessa famiglia politica di
Fratelli d'Italia (Fdi). Secondo i sondaggi la coalizione di
Fiala sarebbe ferma al 24% a otto punti percentuali da Ano 2011.
Una delle sfide principali del voto, sarà quella dell'affluenza,
tradizionalmente bassa nel Paese.
Alle europee del 2019, si è recato alle urne appena il 28,72%
degli aventi diritto al voto. La campagna elettorale è stata
segnata da un acceso dibattito sulla guerra in Ucraina, il Green
Del e l'immigrazione, con il partito di Babis che ha accusato il
governo di aver negoziato un accordo, quello sul nuovo Patto Ue
per l'immigrazione e l'asilo, contrario agli interessi
nazionali. La vigilia del voto è stata caratterizzata poi da
forti timori per le ingerenze russe, dopo la chiusura del sito
Voice of Europe, veicolo della disinformazione russa con sede a
Praga, che intercettava i parlamentari europei per disseminare
la propaganda 'made in Russia'.
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