Il 9 giugno la Romania torna alle
urne in una giornata che vedrà il Paese coinvolto sia nelle
elezioni europarlamentari che amministrative, incluse quelle
della capitale Bucarest.
Le ultime votazioni per il Parlamento europeo, nel 2019,
fecero segnare un'affluenza senza precedenti - oltre il 50%
degli aventi diritto si recò alle urne, oltre il 30% in più
rispetto a quelle del 2014 - a testimonianza di un sentimento
europeista in grande crescita nel Paese balcanico. Una crescita
che verosimilmente si manifesterà in maniera ancora più
massiccia in questa tornata elettorale, non fosse altro che per
gli eventi bellici in Ucraina che hanno creato una certa ansia
in Romania, Paese confinante, ma anche per il tanto agognato e
recentemente raggiunto ingresso nello spazio Schengen. Rispetto
a cinque anni fa il quadro politico interno è sostanzialmente
cambiato, con i due principali partiti, il socialdemocratico
(Psd) e il liberale (Pnl), che da avversari sono diventati, pur
appartenendo a schieramenti tecnicamente opposti, alleati a
partire dal settembre 2021 e si presentano insieme in questa
tornata elettorale. Saranno proprio questi due partiti a
raccogliere con ogni probabilità la maggioranza dei 33 seggi
riservati alla Romania in seno all'Europarlamento. E sono stati
i due leader della Coalizione Nazionale, il premier Marcel
Ciolacu (Psd) e l'ex primo ministro Nicolae Ciuca (Pnl), ad
annunciare nel febbraio scorso non solo la partecipazione in
liste comuni alle Europee, ma anche l'accorpamento di queste
ultime con le elezioni locali.
Ad impensierire la Coalizione Nazionale potrà essere
l'Alleanza della destra unita, formata da Usr (Unione Salvate la
Romania), Pmp (Partito movimento popolare) e Fd (Forza Destra),
mentre curiosità e attesa sul risultato elettorale suscita la
formazione di estrema destra dell'Aur (Alleanza per l'Unione
della Romania), partito ultranazionalista, euroscettico,
sovranista e populista che, nato nel dicembre del 2019, è alla
sua prima partecipazione alle europarlamentari dopo che nel 2020
è riuscito con grande sorpresa di tutti ad entrare nel
Parlamento nazionale a Bucarest. In tale contesto politico, nel
quale in lizza figura anche il Reper (Rinnoviamo il progetto
europeo della Romania), emerge il fatto che non esistano forze
tecnicamente schierate per il centro-sinistra. Il ministero
degli Esteri da parte sua ha fatto sapere che sta organizzando
915 seggi elettorali all'estero, con il maggior numero di
postazioni in Italia (150 seggi), Spagna (147) e Regno Unito
(104 seggi), dove sono presenti numerose comunità romene.
I seggi in Romania si apriranno alle 7 e chiuderanno alle 22
del 9 giugno (6-21 italiane), e da tale doppio appuntamento
elettorale si potranno conoscere anche i sindaci di diverse
grandi città, tra le quali la capitale Bucarest dove il sindaco
uscente, l'indipendente Nicusor Dan, avrà nell'ex sindaca in
forza al Psd Gabriela Firea il suo principale antagonista.
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