In Serbia si è chiusa la campagna
elettorale in vista del voto amministrativo di domenica prossima
nella capitale Belgrado e in altri 66 Comuni, comprese città
importanti come Novi Sad, Nis, Subotica, Zrenjanin, Pancevo,
Kikinda, Valjevo, Jagodina.
A Belgrado si era già votato per le amministrative il 17
dicembre scorso, unitamente alle parlamentari anticipate.
Consultazioni vinte entrambe con largo margine dal Partito del
progresso serbo (Sns, conservatore), la forza di maggioranza
guidata dal nuovo premier Milos Vucevic e che fa capo al
presidente Aleksandar Vucic. Vittoria peraltro contestata a
lungo dalle opposizioni con denunce di brogli e gravi
irregolarita' .
Ma mentre a livello nazionale il successo dell'Sns era stato
molto ampio, a Belgrado il distacco sulle opposizioni era
risultato meno vistoso, e pur avendo la maggioranza di seggi
sufficiente per formare una nuova giunta comunale, il partito di
Vucic ha preferito andare a nuove elezioni per ottenere una
legittimazione più ampia e confortevole nell'elettorato della
capitale. E mettere con ciò a tacere ogni sospetto ulteriore e
accusa di brogli.
Su questo ha insistito Vucic, insieme alle forze alleate, in
tutta la campagna elettorale, che lui stesso ha concluso oggi in
serata con una grande manifestazione dell'Sns a Nis. In un
comizio dai toni appassionati e patriottici, il presidente ha
fatto appello a votare per la continuità e la stabilità, per le
riforme e il prosieguo del corso di sviluppo e modernizzazione
del Paese, contro coloro che vogliono invece riportare la Serbia
al passato, alla depressione economica e sociale, e
all'isolamento internazionale. Un discorso quello di Vucic
interrotto più volte da applausi e ovazioni, in un mare di
bandiere serbe e dell'Sns. E con numerosi sostenitori che
indossavano magliette con la scritta 'Noi non siamo un popolo
genocida', lo slogan che aveva fatto da sottofondo alla campagna
di Belgrado contro la recente votazione all'Onu di una
risoluzione sul genocidio di Srebrenica. Al raduno conclusivo di
Nis erano presenti il premier e leader dell'Sns Vucevic, la
presidente del parlamento ed ex premier Ana Brnabic, numerosi
ministri, e anche il leader socialista e ministro dell'interno
Ivica Dacic, il cui partito Sps è alleato dell'Sns sia a livello
nazionale che nella capitale. A monitorare le amministrative del
2 giugno - precedute come di consueto in Serbia da due giorni di
silenzio elettorale - sarà una missione di osservatori dell'Osce
guidata dall'italiano Lamberto Zannier, unitamente a esperti e
analisti del Consiglio d'Europa.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA