Negli ultimi mesi si è registrato
un significativo calo dell'immigrazione illegale in Serbia e,
più in generale, lungo l'intera rotta balcanica. Lo ha detto il
ministro dell'Interno serbo Ivica Dacic a margine di un incontro
a Belgrado con l'omologo austriaco, Gerhard Karner.
A tale risultato, ha osservato Dacic, ha contribuito
notevolmente anche l'ottima collaborazione fra le polizie dei
due Paesi. Stando ai dati di Frontex, ha continuato, lungo la
rotta balcanica il calo dei migranti illegali è stato del 72%
nei primi sei mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del
2023. Nella prima metà dello scorso anno, ha osservato Dacic,
erano stati 54.014 gli attraversamenti illegali del confine
serbo, mentre nei primi sei mesi di quest'anno sono stati
10.389. Ricordando l'accordo concluso di recente dalla Serbia
con Frontex sul rafforzamento dei controlli alle frontiere,
Dacic ha sottolineato la stretta collaborazione con le forze
dell'ordine austriache anche in fatto di lotta alla criminalità
organizzata, al terrorismo e al traffico di stupefacenti. Una
collaborazione, ha aggiunto, allargata anche all'Ungheria
soprattutto in fatto di sorveglianza delle frontiere e contrasto
all'immigrazione illegale e alle bande di trafficanti di esseri
umani.
Nell'ambito di tale collaborazione trilaterale lungo il
confine tra Serbia e Macedonia del Nord sono stati dislocati 20
poliziotti austriaci e altrettanti ungheresi a sostegno dei loro
colleghi serbi. Dacic ha precisato che tra i migranti che hanno
provato a entrare illegalmente in Serbia negli ultimi tempi il
37% era costituito da siriani, il 24% da afghani, l'8% da
turchi, il 7% da marocchini, il 3% da pachistani. Dall'inizio di
quest'anno, ha proseguito, il 46,8% dei migranti illegali è
entrato dalla Bulgaria, il 38,1% dalla Macedonia del Nord. Molto
soddisfatto della collaborazione con la Serbia e l'Ungheria si è
detto anche il ministro austriaco Karner, che a Belgrado ha
incontrato anche il presidente serbo Aleksandar Vucic e il
premier Milos Vucevic.
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