Dall'inizio del conflitto in
Ucraina, l'Agenzia per i rifugiati bulgara ha concesso la
protezione temporanea a oltre 180mila ucraini arrivati nel Paese
dopo l'invasione russa, dei quali oltre 30mila sono uomini tra i
18 e 60 anni d'età, ovvero obbligati alla leva militare.
Dall'inizio dell'anno sono stati registrati in Bulgaria altri
2.700 uomini provenienti dall'Ucraina. Evitano di parlare della
nuova legge ucraina sulla mobilitazione ma 'off the record'
ammettono di non voler andare a combattere al fronte. È quanto
si rileva in un servizio trasmesso ieri sera dalla tv nazionale
bulgara Bnt, dedicato alla sospensione voluta da Kiev dei
servizi consolari all'estero per gli ucraini maschi in età di
leva militare. La sospensione sarà effettiva fino all'entrata in
vigore il 18 maggio prossimo della nuova legge sulla
mobilitazione dei civili nelle forze armate. "La gente non vuole
morire, se ti mandano al fronte sarai ucciso, e per niente",
dichiara il 19enne ucraino Oleg davanti alle telecamere. Oleg è
arrivato a Sofia un anno fa e lavora in un'autofficina. "Ho un
cugino che è morto nella guerra. Il mio posto non è al fronte,
non sono preparato a combattere in una guerra", aggiunge Oleg.
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