"La Conferenza di Pace fissata a
Lucerna per il 15 e 16 giugno si è trasformata in un'occasione
di scontro diplomatico, dal quale cercano di trarre profitto e
posizionarsi sia la Russia che l'Ucraina. Nonostante gli sforzi,
spesso sottotraccia, della presidente della Confederazione
Elvetica Viola Amherd, la conferenza appare a oggi ancora tutta
in salita". Così Arduino Paniccia, docente di studi strategici e
presidente di Asce, Scuola di guerra economica e competizione
internazionale di Venezia, ha commentato a margine di un
incontro accademico svoltosi a Udine la Conferenza di Pace che
si apre in Svizzera oggi.
L'esperto, dopo aver sottolineato che "Putin, non invitato,
ha nuovamente bollato la Conferenza come inutile", mentre
Zelensky, in stretto contatto con le autorità svizzere, "non è
riuscito a ottenere la importante presenza del leader cinese Xi
Jinping, che si è sfilato senza tante cerimonie", ha evidenziato
che "il blocco euroasiatico appare, anche in questa occasione,
coeso nel non partecipare, mentre i tentennamenti di Biden
sembrano voler confermare le voci di una spaccatura all'interno
del fronte Nato, prima di tutto motivata dalla riluttanza di
molti membri dell'alleanza di attaccare basi e posizioni
all'interno della Federazione Russa".
Secondo Paniccia, "la nota più positiva della vicenda appare,
comunque, il fatto che tra gli almeno 70 Paesi che hanno dato
l'adesione vi sono tutti gli europei e, quindi, sarà un primo
tentativo ufficiale di trovare una mediazione che non sia solo
frutto di iniziative singole come quelle di Erdogan".
"In sostanza - conclude l'esperto - pur allargata, la
Conferenza è spinta e sostenuta dall'Europa, che ha
definitivamente capito di essere attraversata da una nuova
frontiera tra est e ovest, tra democrazie e autocrazie, che la
coinvolge in prima linea anche sul futuro della sicurezza e
della difesa, rimasti sospesi dopo la caduta del muro".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA