Un corso universitario, con grande
probabilità il primo del suo genere in Europa, dedicato
all'iconica band slovena Laibach e al suo apporto alla cultura
slovena, balcanica, europea e globale. E' quello che sarà
lanciato a metà aprile all'Università degli Studi di Salerno, al
Dipartimento scienze del Patrimonio culturale, nell'ambito della
Laurea Magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione
Multimediale.
Il corso, intitolato "See You in Hell - I Laibach fra tre
dissoluzioni: Jugoslavia, Europa, Mondo", con docente
l'intellettuale e Professore ordinario Gabriele Frasca, porterà
gli studenti a sviscerare la storia artistica dei Laibach e
della cosiddetta 'Neue Slowenische Kunst', nata nei primi Anni
Ottanta nella Jugoslavia che andava verso il disfacimento,
fenomeno culturale ancora vivo che rimane inevitabilmente legato
a quello che lo storico Hobsbawm ha definito il "secolo breve".
Secolo, si legge nella presentazione del corso, che è - sempre
parafrasando Hobsbaw - anche sinonimo di "frana" o frane, tutte
osservate dai Laibach con occhio attento e poi messe in musica o
in video. Frane e crisi come la dissoluzione violenta della
Jugoslavia, la crisi della 'vecchia Europa', le sempre più forti
spinte totalitarie che attraversano l'Occidente e il resto del
pianeta, il tutto con sullo sfondo il ritorno del timore del
conflitto nucleare, tematiche che non sono sfuggite e continuano
a non sfuggire ai Laibach.
Nati nel 1980 nella città mineraria di Trbovlje, nell'allora
Jugoslavia, i Laibach sono diventati negli anni una delle band
di avanguardia sulla scena musicale mondiale. Negli ultimi anni,
oltre che per la musica, hanno fatto discutere per un concerto
nella inaccessibile Corea del Nord e per una performance
programmata in Ucraina e poi cancellata tra le polemiche, dopo
che il complesso aveva definito la guerra in corso "un conflitto
geopolitico tra Russia e Stati Uniti sul territorio ucraino".
Gabriele Frasca è ahe scrittore e traduttore dalla lingua
inglese. Di recente ha curato il Meridiano Mondadori su Samuel
Beckett.
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