In Bulgaria da oggi entra in vigore
il divieto di importazione di petrolio russo, utilizzato nella
Lukoil, l'unica raffineria di petrolio nel paese di proprietà
russa, e il commercio dei rispettivi prodotti petroliferi.
L'anno scorso la Commissione europea aveva concesso alla
Bulgaria una deroga alle sanzioni fino alla fine del 2024 in
modo che Sofia potesse superare la dipendenza dal petrolio russo
di oltre l'80%. Nel dicembre del 2023 però la cosiddetta
'maggioranza euroatlantica' al parlamento di Sofia ha deciso di
ridurre il termine di tale deroga al 29 febbraio 2024. Ieri
l'operatore dei velivoli di Stato, 'Stormo 28', ha informato il
ministero dei Trasporti che a partire da oggi gli aerei di Stato
rimarranno a terra per mancanza di cherosene. Il direttore
Zlatko Zlatev rileva che il contratto con la 'Lukoil Aviation
Bulgaria' è scaduto il 29 febbraio e non può essere rinnovato a
causa delle sanzioni entrate in vigore. L'agenzia d'informazione
News.bg scrive che la 'Lukoil Aviation Bulgaria' vendeva il
cherosene per gli aerei governativi bulgari a 1.009 dollari
statunitensi a tonnellata. Nei giorni scorsi un altro fornitore,
la 'Soft Connect', ha proposto un'offerta di oltre 3.400 euro a
tonnellata. Secondo Zlatev o prosegue la derogaz almeno per il
cherosene, oppure si paga un prezzo molto più alto per il
carburante. Lo stormo di velivoli di Stato bulgaro comprende un
Airbus A319, un Falcon 2000, due elicotteri Mi-8 e un elicottero
Agusta AW109.
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