(di Manuela Tulli)
(ANSA) - ROMA, 27 MAG - "Ho risposto all'appello che il Papa
ha fatto agli artisti nell'unico modo che so: immaginando e
scrivendo una sceneggiatura di un film su Gesù. E sto per
cominciare a realizzarlo". Così ha detto il regista Martin
Scorsese, ospite de La Civiltà Cattolica, sollecitato dalle
domande del direttore della rivista internazionale dei gesuiti,
padre Antonio Spadaro. Scorsese, viaggiando tra i riferimenti ai
suoi film e il racconto di vicende personali, ha innanzitutto
spiegato come ha accolto l'appello "a farci vedere Gesù" che il
Papa aveva rivolto agli artisti.
A proposito di cinema, Scorsese ha raccontato della sua
ammirazione per l'immediatezza del Gesù de 'Il Vangelo secondo
Matteo' di Pasolini, dell'esperienza e del significato de
'L'ultima tentazione di Cristo' e dello step successivo nella
sua ricerca sulla figura di Gesù rappresentato dalla
realizzazione di 'Silence'. Poi il dialogo è divenuto sempre più
personale: Scorsese ha parlato della sua esperienza della grazia
e della misericordia, e della presenza della violenza nella sua
vita come nei suoi film.
La conversazione tra il regista statunitense e il direttore
de La Civiltà Cattolica è stata il momento centrale dell'ultima
giornata di un convegno, dal titolo The Global Aesthetics of the
Catholic Imagination, organizzato dalla rivista dei gesuiti
insieme alla Georgetown University di Washington.
Questa mattina erano stati tutti, compreso lo stesso
Scorsese, che era accompagnato dalla moglie Helen e dalla figlia
Francesca, all'udienza in Vaticano con Papa Francesco. "La
vostra opera - ha detto il Pontefice rivolgendosi agli oltre
quaranta tra poeti, narratori, sceneggiatori e registi da vari
Paesi del mondo - ci aiuta a vedere Gesù, a guarire la nostra
immaginazione da tutto ciò che ne oscura il volto o, ancor
peggio, da tutto ciò che vuole addomesticarlo. Addomesticare il
volto di Cristo, quasi per tentare di definirlo e di chiuderlo
nei nostri schemi, significa distruggere la sua immagine. Il
Signore ci sorprende sempre, Cristo è sempre più grande, è
sempre un mistero che in qualche modo ci sfugge".
Francesco ha citato poi i suoi scrittori preferiti: Dante,
Bloy e Dostoevskij. Parlando della letteratura, e dell'arte in
generale, il Papa ha infine sottolineato: "è come una spina nel
cuore che muove alla contemplazione e ti mette in cammino".
(ANSA).