(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 04 MAR - "Il perdono non è una
questiona teorica, è una questione di testimonianza, il perdono
più che una debolezza è una forza, è un modo di vivere". Lo dice
Gemma Capra Calabresi a margine dell'evento in Vaticano 'La
giustizia biblica e la fraternità', organizzato dalla Fondazione
Fratelli tutti in collaborazione con la Basilica di San Pietro
per prepararsi al Giubileo del 2025.
"Si parla poco del perdono, sentimento che non è appannaggio
della Chiesa ma riguarda l'umanità che è intorno a noi. Per me
il perdono - dice la vedova del commissario Luigi Calabresi - è
stato fondamentale, è stato il cammino di una vita, un non
cammino lungo, anche con degli scivoloni e dei passi indietro,
ma è stato un cammino importante". E alla domanda su come sia
possibile umanamente fare una scelta del genere risponde: "Ho
avuto dei segni che mi hanno portato a perdonare. Bisogna sapere
leggere e accettare questi segni e non sempre si ha il coraggio
di farlo. E invece ti aiutano e ti mettono in cammino e io l'ho
voluto testimoniare".
Calabresi, autrice del libro "La crepa e la luce. Sulla
strada del perdono. La mia storia", afferma di concordare con
Papa Francesco che ha anche parlato di un 'diritto' ad essere
perdonati. "Si può perdonare si può", sottolinea, perché "le
persone non vanno inchiodate a quell'ora, a quel momento, a
quell'errore se tu gli ridai l'umanità hanno il diritto a
rialzarsi e ad essere perdonate".
L'evento in Vaticano è stato aperto dal cardinale Mauro
Gambetti, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro. (ANSA).