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8 marzo: don Buonaiuto, liberare le schiave della tratta

"Un orrore al quale non possiamo assuefarci"

(ANSA) - ROMA, 08 MAR - "Ci sono orrori ai quali rischiamo di assuefarci. Papa Francesco esorta incessantemente il mondo a non abituarsi al male di cui la tratta di esseri umani è un atroce esempio. Un'emergenza sociale così grave e diffusa da unire come un doloroso 'fil rouge' tutte le urgenze collettive che si susseguono e si sommano nel tempo. Il racket della prostituzione coatta, infatti, non si è mai interrotto neppure durante le limitazioni socio-sanitarie nel triennio della pandemia. Allo stesso modo l'immane tragedia delle guerre in Ucraina, in Africa e in Asia alimenta lo spietato sfruttamento delle moderne schiave". Lo sottolinea don Aldo Buonaiuto, sacerdote dell'Associazione Papa Giovanni XXIII e fondatore del portale 'Interris'.
    "I mercanti di morte, poi, mettono a rischio per denaro la vita dei migranti abbandonati al largo delle coste europee rifornendo anche il racket più turpe e orrendo. Quello della sopraffazione e dell'umiliazione della dignità delle creature più fragili e indifese. La Giornata mondiale della donna - sottolinea - offre l'occasione di rilanciare l'appello per la liberazione delle vittime della tratta. Come insegnava il Servo di Dio don Oreste Benzi quella che si consuma ogni notte sulle strade del meretricio è 'l'ingiustizia più antica e odiosa del mondo' perché 'nessuna donna nasce prostituta, ma c'è sempre qualcuno che ce la fa diventare'".
    Per don Aldo non si può "risolvere un male con un altro male" e "regolamentare la prostituzione è la più insopportabile e indegna delle menzogne che l'uomo si racconta da millenni.
    Codificare il mercimonio coatto equivale a negarne l'irriducibile iniquità".
    "Con la Comunità Papa Giovanni XXIII in trent'anni di attività abbiamo liberato dalla strada e accolto tante ragazze schiavizzate e ridotte a 'bancomat' della criminalità organizzata, le soccorriamo in strada e le accogliamo nella casa 'Tra Le Nuvole' ora dedicata a Papa Francesco che di loro non ha mai smesso di prendersi cura. Il Pontefice - ricorda don Buonaiuto, autore del libro 'Donne Crocifisse' - ha ascoltato il grido di queste figlie venendo personalmente ad incontrarle, aprendoci il suo cuore di Pastore universale ed insegnandoci l'importanza della misericordia". (ANSA).
   

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