(di Manuela Tulli)
(ANSA) - MILANO, 14 GIU - Un desiderio di vita, di amore, di
gioia, tra le feste e gli amici. È stato questo il tragitto
umano di Silvio Berlusconi che ora "trova in Dio il suo giudizio
e il suo compimento". È breve l'omelia dell'arcivescovo di
Milano monsignor Mario Delpini. E spiazza tutti per la sua
apparente semplicità. Apparente perché leggendo tra le righe c'è
invece tutta la vita del Cavaliere che in questo momento, dopo i
successi e la popolarità, è come gli altri solo "un uomo e ora
incontra Dio".
Il vescovo a sorpresa non cita le Scritture e neanche
ripercorre la vita, o ricordi e aneddoti della persona, come
quasi sempre si fa nei funerali. Cita invece l'uomo politico che
"ha sostenitori e oppositori". Parla dell'uomo d'affari che
"deve fare affari", "guarda ai numeri e non ai criteri". Delpini
parla infine del "personaggio" che "è sempre in scena. Ha
ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta".
È una predica laica quella di Delpini, anzi non è neanche una
predica perché, con delicatezza, non giudica, non fa la morale,
non esalta né critica, ma semplicemente (e cristianamente)
indica che, ad un certo punto, per chi crede, resta solo
l'incontro con Dio e il suo giudizio.
C'è nel racconto di Delpini tutta la pienezza di vita che in
Berlusconi era davvero traboccante, "le feste" o "il gesto
simpatico". Pensiamo solo alle barzellette con le quali il
Cavaliere non risparmiava neanche i Papi o i Santi, e neanche se
stesso. Ma poi, alla fine della vita, si può sperimentare -
sottolinea l'arcivescovo di Milano - che "la gioia è precaria".
La predica di Delpini divide. Alla fine, nel Duomo di Milano,
in molti applaudono alle parole del presule. Ma c'è anche chi
non l'ha apprezzata per niente.
"La Chiesa riscatta l'abiezione del moralismo piccolo
piccolo", commenta Giuliano Ferrara. E l'attuale direttore de Il
Foglio parla di "un gigantesco Delpini" che ha offerto "un
saggio di vita, di fede, di anti moralismo". "Povero Papa
Francesco, è questa la Chiesa italiana che si ritrova",
sottolinea invece Stefano Sodaro, docente di diritto canonico e
osservatore delle dinamiche interne della Chiesa italiana.
Per il governatore della Liguria Giovanni Toti le parole di
Delpini hanno ricordato "la caducità della vita", mentre per
Daniele Capezzone la predica è stata costruita "in modo furbo
perché suscettibile di interpretazioni opposte".
E poi la voce della rete: "deludente", "un'omelia gesuitica",
"ha fatto come Ponzio Pilato". Dall'altra parte c'è invece chi
premia il vescovo a pieni voti: "Oltre la vuotezza dei commenti
politici, si sono ascoltate in chiesa - twitta Lucio Brunelli,
ex vaticanista Rai e ex direttore della tv della Cei - le parole
più vere sulla vita e la morte di Silvio Berlusconi". (ANSA).