(di Manuela Tulli)
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 21 APR - Due Papi, uno regnate e
uno emerito, due residenze anomale nella storia del Vaticano,
due 'cerchie' di amici e sostenitori. E' così che il Monastero
Mater Ecclesiae, dove vive Benedetto XVI, e Santa Marta, dove ha
scelto di risiedere Papa Francesco lasciando vuoto
l'appartamento a lui riservato nel Palazzo Apostolico, "sono
diventati poli antagonisti, al di là e perfino contro la volontà
dei 'due papi'; quasi per forza di inerzia, sotto la pressione
di cerchie di potere troppo tentate di regolare vecchi e nuovi
conti e di spezzare la continuità miracolosa che i due anziani
pontefici hanno cercato e cercano di salvaguardare". Lo scrive
Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera e tra i
maggiori conoscitori delle 'stanze vaticane', nel libro uscito
oggi insieme al quotidiano: "Il Monastero. Benedetto XVI, nove
anni di papato-ombra" (Solferino).
Il tempo che Joseph Ratzinger ha vissuto da Papa emerito ha
ormai superato gli otto anni di pontificato (2005-2013) in cui è
stato 'regnante'. E se la sua lealtà a Francesco, mai messa in
discussione, confermata dall'affetto di Bergoglio per il suo
predecessore, fa parlare di "continuità", resta il fatto che il
Monastero è il punto di riferimento di parecchie figure che lo
vedono in qualche modo alternativo, custode dell'ortodossia,
rispetto al pontificato di Francesco, più pastorale. Quando non
addirittura "il luogo dove vanno a curarsi le persone ferite da
Francesco. E sono tante", come dice il cardinale Gerhard Müller,
ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che
sembra riferirsi anche a se stesso, come scrive Franco.
Di fatto è come se le due residenze, che distano poche
centinaia di metri, ma che sembrano molto più distanti per stili
e persone che le frequentano, fossero catalizzatori, al di là
della stessa volontà di Bergoglio e Ratzinger, di due modi di
concepire la Chiesa. Due visioni che spesso si cerca di non
esplicitare troppo ma che inevitabilmente torneranno a
confrontarsi apertamente in un prossimo Conclave. Su tutto,
però, "incombente e irrisolto, rimane il tema della rinuncia
papale, ancora non regolata, affidata alla buona volontà e al
senso di responsabilità di chi rinuncia e del successore",
ricorda Massimo Franco. Si è parlato spesso in questi ormai nove
anni della necessità di "regolare" le dimissioni di un Papa ma
di fatto ad oggi resta "una lacuna che proietta un'ombra di
incertezza ben oltre l'esperienza del Monastero e la coesistenza
di Benedetto e di Francesco", si legge nel libro.
Il saggio è un vero e proprio "viaggio", fisico, in quel
luogo lontano dal mondo ma di fatto nel cuore di Vaticano nel
quale ha scelto di vivere Benedetto. Ma è un viaggio anche nella
storia della Chiesa cattolica di questi nove anni, tra i
protagonisti che frequentano come interlocutori privilegiati le
due residenze, Monastero e Santa Marta.
Tra le persone più vicine a Ratzinger, oltre allo storico
segretario, mons. Georg Gaenswein, Franco ha raccolto la
testimonianza dell'ex Prefetto del Sant'Uffizio, il card.
Mueller. E' colui che parla più direttamente, senza giri di
parole, quando si riferisce alla "corte dei finti amici di
Francesco" o ai "teologi della domenica" definendoli
"dilettanti". Partendo da quello che per il teologo tedesco
potrebbe diventare "uno scisma", e del quale Ratzinger sarebbe
"preoccupatissimo", ovvero le posizioni più progressiste della
Chiesa tedesca, evidenzia che "lo stanno promuovendo amici del
Santo Padre, che in realtà lo usano solo quando fa loro comodo,
per portare avanti la loro strategia. È questo, il dramma del
suo pontificato", dice riferendosi a Bergoglio.
Nel libro si parla anche dell'eco degli scandali finanziari e
di quelli legati alla pedofilia. Dell'apertura alla Cina come
anche dei 'pasticci' che hanno inciso nei rapporti tra i due
'vaticani', come la lettera di Benedetto 'tagliata' o come del
libro a quattro mani tra Ratzinger e il card. Robert Sarah. Su
tutto si staglia la figura di Benedetto XVI "pallida, fragile,
smagrita, e insieme intellettualmente lucidissima di un papa
emerito in grado di dispensare sempre meno parole; ma che quando
lo fa continua a provocare un'eco enorme". (ANSA).