"Don Demetrio Castelli fu uno dei
numerosi martiri del clero italiano in quel terribile 1944, che
visse la ritirata delle truppe naziste dal Mezzogiorno d'Italia
e la lotta al movimento partigiano sugli Appennini e sulle Alpi.
Giovane curato di Roddi, nelle Langhe, la dedizione al suo
mandato pastorale pose a rischio la sua vita nella espressione
del valore che gli stava a cuore: la carità". Il Presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scrive in un messaggio
inviato al Sindaco del Comune di Cortemilia, Roberto Bodrito, in
occasione dell'80° anniversario dell'uccisione di Don Demetrio
Castelli da parte dei soldati nazisti.
"Tentando di fermare la ferocia della rappresaglia nazista,
venne preso in ostaggio e, successivamente, assassinato e
sepolto frettolosamente nella boscaglia della Tenuta Reale -
prosegue il Presidente -. L'accusa era quella di "intelligenza
con i partigiani", laddove lui era preoccupato della
salvaguardia delle vite dei suoi parrocchiani, esempio di
fedeltà alla sua missione.
Alla sua figura, così significativa per la comunità civile di
una terra che seppe partecipare in modo esemplare alla
costruzione di una nuova Italia, rivolgo un pensiero commosso e
riconoscente, unendomi a quanti oggi onoreranno la sua figura".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA