"Il sistema bancario italiano ha
sempre avuto come principio quello di venire incontro al sistema
economico e sociale. Tuttavia ci si attende che non abbia
impatti sul conto economico". Così alla Stampa il presidente di
IntesaSanpaolo Gian Maria Gros-Pietro rispetto alle richieste di
sacrifici da parte del governo. Ma già ora quello del credito è
il settore "che paga le imposte più elevate tra le società per
azioni".
"Il concetto di extraprofitti - afferma - non esiste. I
profitti sono la differenza tra i ricavi e i costi, può essere
positiva o negativa, l'extra non è aritmeticamente
determinabile. Capisco, però, che ci si riferisca a un concetto
morale: si parla di profitti non meritati, perché dipendono da
qualcosa che non hai fatto tu. Nel caso delle banche, però, c'è
stato il periodo dei tassi di interesse negativi, una situazione
innaturale, in cui si stava 'sott'acqua'. Non ha senso
considerare 'extraprofitto', immeritato, il miglioramento
rispetto a una situazione eccezionalmente negativa e assurda.
Un'apertura al governo? Una disponibilità c'è, certamente".
Secondo il banchiere "bisogna abbattere il debito. Una delle
strade passa dalla vendita di una parte del patrimonio
immobiliare pubblico che, se gestito in maniera più attiva e con
investitori istituzionali, verrebbe valorizzato. Tutto questo
unito al controllo dell'avanzo primario".
"L'attività produttiva sta rallentando, l'inflazione scende:
ci sono - auspica - tutti gli elementi per un taglio dei tassi
di interesse. Penso che la Bce continuerà con riduzioni di un
quarto di punto. Ne farà una adesso e una più avanti".
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