"Le sfide che abbiamo di fronte
richiedono la partecipazione di tutti gli attori istituzionali,
economici, sociali. Abbiamo il dovere di ritrovarci comunità, di
sentire insieme la gravità e l'importanza del momento per tirare
fuori le nostre migliori energie". Lo ha affermato il presidente
dell'Unione Industriali di Torino, Marco Gay, alla sua prima
assemblea dalla nomina dello scorso luglio alla guida
dell'associazione. Presenti il vicepremier e ministro degli
Esteri, Antonio Tajani, il ministro Gilberto Pichetto e in
collegamento il ministro Adolfo Urso. Agli industriali torinesi
ha inviato un messaggio la premier Giorgia Meloni. In sala le
massime istituzioni, a partire dal presidente Alberto Cirio e il
sindaco Stefano Lo Russo.
"Lo sviluppo di Torino sarà determinato dagli investimenti
decisi dai privati e facilitati dal pubblico, nei settori dove
la città ha già un vantaggio competitivo (l'aerospazio), dove lo
può conquistare con uno sforzo pianificabile (la robotica e
l'intelligenza artificiale) e dove ci sono condizioni ideali per
far nascere un nuovo vantaggio competitivo (l'economia
medicale). Non ci sono scorciatoie e non ci sarà un sostituto
del settore dell'auto, perché le condizioni che generarono
quell'addensamento non si verificheranno mai più".
Gay ha parlato della crisi dell'automotive: "non si
risolverà mettendo a disposizione incentivi, salvaguardie
temporanee. C'è bisogno di guardare con serietà al contesto e
ritornare a investire nella ricerca e nell'innovazione, con una
politica industriale dell'offerta concreta, seria e duratura per
la transizione e l'innovazione" ha detto, "Proiettare Torino nel
futuro non vuol dire abbandonare l'auto. Ma mettere insieme il
nostro enorme capitale di conoscenza nel settore con
l'innovazione tecnologica in cui ancora possiamo e sappiamo dire
molto. Questa strategia, però, deve riguardare tutti i settori
produttivi della nostra città. Dobbiamo continuare ad investire
e crescere in quelli a più alto valore aggiunto e contenuto di
creatività e tecnologia. Crescere nella dimensione delle
imprese. Crescere nelle aziende capaci di proiettarsi
internazionalmente, ossia di esportare, anche nei servizi" ha
sottolineato Gay.
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