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Pensionati in piazza, il 31 manifestazione regionale

Pensionati in piazza, il 31 manifestazione regionale

Oltre la metà guadagna meno di 750 euro al mese

TORINO, 28 ottobre 2024, 16:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I pensionati e le pensionate scendono in piazza per protestare contro "una legge di bilancio inadeguata, che non tiene conto dei bisogni delle persone". A Torino arriveranno da tutto il Piemonte per partecipare alla manifestazione che si terrà giovedì 31 ottobre dalle 10, davanti al Grattacielo della Regione, organizzato dallo Spi Cgil. Potere d'acquisto, sanità, non autosufficienza sono le priorità dei pensionati e delle pensionate che vogliono risposte sul problema delle liste d'attesa, dell'accesso ai servizi sanitari assistenziali, della carenza di offerta pubblica, che in Piemonte raggiungono ormai livelli di emergenza. Saranno venti le manifestazioni in tutta Italia dal 28 al 31 ottobre.
    Sono 1.403.000 le pensioni erogate in Piemonte: 711.000 da lavoratori dipendenti, 194.000 da lavoratori pubblici, 395.000 da autonomi, 45.000 da parasubordinati e sono 56.000 le pensioni assistenziali. Il 53% delle pensioni ha un importo mensile inferiore a 750 euro. Le pensioni delle donne sono molto più basse: sulle pensioni anticipate in media 550 euro in meno alle donne, su quelle di vecchiaia 300 euro in meno.
    Nel Rapporto Gimbe che fotografa la situazione della sanità in Italia, il Piemonte - spiega la Cgil - risulta la regione peggiore per numero medio di assistiti, con 1.108 a fronte di un tetto teorico massimo di 880 e di una media nazionale di 898. In particolare, il Piemonte emerge come peggiore realtà del Nord sul dato che vede le persone abbandonare l'accesso alle cure: l'8,8% dei nuclei familiari, quasi uno su dieci, non accede ai servizi (la media nazionale oscilla attorno al 7,6%). Il rapporto - sottolinea la Cgil - ci restituisce anche una situazione gravissima per l'applicazione del Pnrr in Piemonte dei progetti di edilizia sanitaria da avviare entro il 2026: solo 17 su 82 le Case di comunità attivate (il 21%), ancora a zero i 27 ospedali di comunità previsti, 27 realizzate su 43 le Centrali Operative Territoriali.
   

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