I pensionati e le pensionate
scendono in piazza per protestare contro "una legge di bilancio
inadeguata, che non tiene conto dei bisogni delle persone". A
Torino arriveranno da tutto il Piemonte per partecipare alla
manifestazione che si terrà giovedì 31 ottobre dalle 10, davanti
al Grattacielo della Regione, organizzato dallo Spi Cgil. Potere
d'acquisto, sanità, non autosufficienza sono le priorità dei
pensionati e delle pensionate che vogliono risposte sul problema
delle liste d'attesa, dell'accesso ai servizi sanitari
assistenziali, della carenza di offerta pubblica, che in
Piemonte raggiungono ormai livelli di emergenza. Saranno venti
le manifestazioni in tutta Italia dal 28 al 31 ottobre.
Sono 1.403.000 le pensioni erogate in Piemonte: 711.000 da
lavoratori dipendenti, 194.000 da lavoratori pubblici, 395.000
da autonomi, 45.000 da parasubordinati e sono 56.000 le pensioni
assistenziali. Il 53% delle pensioni ha un importo mensile
inferiore a 750 euro. Le pensioni delle donne sono molto più
basse: sulle pensioni anticipate in media 550 euro in meno alle
donne, su quelle di vecchiaia 300 euro in meno.
Nel Rapporto Gimbe che fotografa la situazione della sanità
in Italia, il Piemonte - spiega la Cgil - risulta la regione
peggiore per numero medio di assistiti, con 1.108 a fronte di un
tetto teorico massimo di 880 e di una media nazionale di 898. In
particolare, il Piemonte emerge come peggiore realtà del Nord
sul dato che vede le persone abbandonare l'accesso alle cure:
l'8,8% dei nuclei familiari, quasi uno su dieci, non accede ai
servizi (la media nazionale oscilla attorno al 7,6%). Il
rapporto - sottolinea la Cgil - ci restituisce anche una
situazione gravissima per l'applicazione del Pnrr in Piemonte
dei progetti di edilizia sanitaria da avviare entro il 2026:
solo 17 su 82 le Case di comunità attivate (il 21%), ancora a
zero i 27 ospedali di comunità previsti, 27 realizzate su 43 le
Centrali Operative Territoriali.
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