I carabinieri di Novara hanno dato
esecuzione a una serie di misure cautelari emesse dal gip, su
richiesta della procura, a carico di 8 persone (7 in carcere e 1
agli arresti domiciliari) oltre a denunciarne altre 15
nell'ambito dell'operazione 'Nascondino' contro l'attività di
spaccio di stupefacenti nella zona della stazione ferroviaria
novarese.
A essere sottoposta ai domiciliari è stata una donna 38enne,
residente nel Vercellese, mentre gli altri colpiti dalle misure
cautelari sono uomini di età fra i 22 e i 45 anni, cittadini
tunisini e marocchini, senza fissa dimora. A tutti è contestato
il reato continuato in concorso di detenzione e spaccio di
stupefacenti.
Secondo gli inquirenti farebbero parte di una banda di pusher
che vendeva stupefacenti, anche a minorenni, in particolare
cocaina e hashish, gestendo la piazza di spaccio crocevia di
passaggio di molti studenti che quotidianamente si servono del
treno per raggiungere gli istituti scolastici.
Come spiegato dal tenente colonnello Camillo Di Bernardo,
comandante della compagnia, gli spacciatori si sentivano forti
"del sistema di vigilanza e sicurezza con sentinelle e
riuscivano a smerciare lo stupefacente, spesso occultato in
cavità nascoste della strada, nei tombini, nelle fioriere, nei
paraurti delle vetture in sosta o nelle colonnine della rete
elettrica. Il profitto poteva raggiungere complessivamente
75.000 euro mensili".
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