Dal 2018 a oggi il giro d'affari
nel mondo del Vermouth di Torino è passato da 32,6 a 172,2
milioni di euro all'anno, con una crescita annua del 24,7%; le
bottiglie, nelle tre varietà bianco, rosso e dry, da 5 milioni e
108mila a 6 milioni e 811mila con l'obiettivo di arrivare in
pochi anni 10 milioni. Il punto è stato fatto oggi, a Torino,
nella sede dell'Ais (associazione italiana sommelier) dai
vertici del Consorzio di tutela, di cui fanno parte 45
produttori.
"Siamo orgogliosi degli sforzi che sono stati portati avanti
negli ultimi anni per valorizzare questa eccellenza piemontese
senza tempo - ha detto il presidente Roberto Bava - il primo
prodotto enogastronomico piemontese entrato già nel 1800 in
diversi mercati internazionali, prima ancora di molti vini".
Il vermouth di Torino, con indicazione geografica
riconosciuta dall'Unione Europea, è commercializzato in 82 paesi
e dal 2024 i suoi dati di produzione sono certificati
dell'Agenzia delle Entrate. Il prezzo medio del Vermouth di
Torino è di 25 euro e 20 centesimi a bottiglia contro una media
di 13 euro e 9 centesimi per il vermouth generico. Le vendite
hanno avuto
Il suo nome deriva dal termine tedesco wermut che definisce
l'Artemisia absinthium (assenzio maggiore), base aromatica
principale nella sua preparazione.
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