La Regione Emilia-Romagna,
cogliendo le opportunità del Pnrr, mette a disposizione
complessivamente 8,7 milioni di investimento che nei prossimi
mesi favoriranno la coesione territoriale creando 199 punti di
facilitazione digitale per raggiungere almeno 160mila utenti.
L'obiettivo - si spiega - è rendere più facile il rapporto
tra cittadino e digitale semplificargli la vita e aumentare le
sue opportunità di crescita, integrazione, partecipazione. A
maggior ragione se si tratta di cittadini che potenzialmente
partono da condizioni svantaggiate: anziani, stranieri, donne,
residenti in aree montane o periferiche.
Saranno attivi sportelli nei comuni, in enti del terzo
settore e anche recuperando analoghe iniziative già attivate nel
corso degli anni, corsi online o laboratori di persona.
"In futuro o si sarà cittadini digitali o non si sarà
cittadini affatto - commenta l'assessora all'Agenda digitale,
scuola, università, ricerca, Paola Salomoni - se già oggi
strumenti fondamentali sia pubblici come il fascicolo sanitario
elettronico che privati come l'e-banking affiancano i percorsi
di accesso ai servizi tradizionali, nei prossimi anni
cresceranno le prestazioni erogate esclusivamente online. Per
questo la Regione Emilia-Romagna sarà impegnata in un percorso
volto ad aggiornare strumenti esistenti come i laboratori aperti
e crearne di nuovi in collaborazione con le Case della comunità,
i centri antiviolenza e quelli interculturali".
Il progetto si prefigge di realizzare una rete di servizi e
luoghi di supporto all'uso del digitale: un sistema regionale
inclusivo che valorizzi strutture già esistenti quali
biblioteche, case della comunità, associazioni, laboratori
aperti, adeguate grazie al Pnrr e destinate a proseguire la loro
missione anche dopo la conclusione del piano.
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