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“La linea simiana”, un giallo intricato tra enigmi e oscuri segreti

PressRelease

“La linea simiana”, un giallo intricato tra enigmi e oscuri segreti

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Responsabilità editoriale di NEW LIFE BOOK

Il nuovo romanzo di Antonio Migliorisi conduce i lettori sul labile confine tra scienza, simbolismo e il lato più oscuro della natura umana

30 maggio 2024, 11:54

NEW LIFE BOOK

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di NEW LIFE BOOK

La linea simiana è una caratteristica peculiare del palmo della mano, in cui la linea della testa e quella del cuore si fondono in un’unica piega orizzontale. È un segno raro negli esseri umani, più comune invece tra i primati, e spesso viene associato a condizioni genetiche o a tratti distintivi della personalità. In campo chiromantico, la linea simiana viene interpretata come un simbolo di profondità emotiva, di una natura intensa e complessa. Antonio Migliorisi, scrittore e architetto ragusano, riprende questa simbologia e la esplora, restituendole un ruolo centrale nel suo nuovo romanzo, edito per il Gruppo Albatros il Filo
“La linea simiana” è un romanzo giallo in cui la trama, coinvolgente e complessa, si intreccia con una serie di eventi storici e scientifici inquietanti. A cavallo tra il presente e il passato, la storia rivela gradualmente un intricato complotto che coinvolge esperimenti scientifici sui bambini, la Chiesa e i resti del regime nazista. La storia ha un inizio drammatico: ai margini di un bosco viene ritrovato il cadavere di un anziano professore. Le prime indagini rivelano che si trovasse poco lontano da casa e che il motore della sua auto fosse ancora acceso, al momento del ritrovamento. La vicenda diventa ancora più tragica quando, solo due giorni dopo, viene ritrovato in quella stessa area il cadavere di un bambino, brutalmente strangolato e coperto di lividi. L’orrore del crimine e la sua violenza lasciano immaginare che l’aggressore sia una persona estremamente pericolosa. Entrambi i casi vengono subito affidati all’Ispettore Morris, un professionista di grande esperienza determinato a fare giustizia, il quale sarà però osteggiato più volte nel corso della sua indagine. La scena del crimine offre pochi indizi, ma Morris, con il suo acuto spirito di osservazione, inizia a ricostruire gli eventi. 
C’è un dettaglio che non passa inosservato all’Ispettore: sul luogo del delitto del bambino viene ritrovato un cappello di panno, riportante sulla visiera il ricamo delle lettere “RM”. Inizialmente si ritiene che possano essere le iniziali del nome del bambino, poi subentra l’ipotesi che si tratti del monogramma di un istituto scolastico. Tutto sembra rimandare a un collegio, il Redemptoris Mater, un istituto retto da suore che accoglie orfani, bambini maltrattati, abbandonati, o con gravi problematiche psicofisiche. 
Le indagini della polizia si intrecciano con la storia di una donna votata alla ricerca della verità: è Rebecca Parker, una giornalista rimasta profondamente colpita dalla vicenda e che desidera venirne a capo a tutti i costi. Quando scopre che i bambini coinvolti sono in realtà due, ma che l’altro bambino è scomparso, viene animata non soltanto dalla necessità di rivelare la verità, ma anche dal desiderio di fare giustizia per le vittime innocenti. Si troverà ad analizzare prove, raccogliere testimonianze e seguire piste solo apparentemente secondarie, ma che in realtà si riveleranno cruciali per il progresso dell’indagine. Tutto prende una svolta decisiva quando scopre una serie di documenti segreti che rivelano le atrocità commesse nel Redemptoris Mater, l’istituto di accoglienza per bambini in difficoltà che, purtroppo, si rivela teatro di ben altre attività. Questi documenti forniscono prove cruciali degli esperimenti condotti in quel luogo, che coinvolgevano i bambini nei quali si era riscontrata la caratteristica della linea simiana sul palmo della mano. La collaborazione tra la giornalista e l’ispettore saranno fondamentali per l’evoluzione della trama: il loro lavoro sarà infatti decisivo per la risoluzione del caso. 
La prosa di Antonio Migliorisi è diretta e incisiva, ricca di dialoghi che lasciano trasparire le sfumature più sottili dei caratteri dei personaggi. Nell’affrontare temi tanto delicati, l’autore intreccia la trama poliziesca con profondi spunti di matrice psicologica, storica e sociale. La sua denuncia si rivolge verso questioni quali l’abuso di potere, la discriminazione e la ricerca di identità, così da invitare il lettore a prendere in considerazione le implicazioni morali ed etiche delle vicende narrate. Le scene del crimine vengono descritte quasi con pudore, le indagini dettagliate con grande minuziosità, mentre ogni conversazione appare carica di significato. Il passaggio tra più “io” narranti offre poi ulteriore complessità alla trama, diramandola verso un’infinità di strade che poi, soltanto alla fine, saranno destinate a ricongiungersi per raggiungere una risoluzione. Migliorisi dimostra una grande abilità nel mantenere un ritmo serrato e far montare la suspense: la struttura del romanzo è studiata per tenere il lettore in costante tensione, con colpi di scena e rivelazioni che si susseguono fino al sorprendente epilogo. 
A rendere ancora più intrigante il romanzo giallo di Migliorisi è certamente il versante simbolico dell’opera, nel quale appaiono numerosi significati legati a scienza e chiromanzia. La linea simiana, infatti, che può essere presente su una sola mano o su entrambe, è una piega palmare che in chiromanzia è indicativa di una personalità intensa, capace di grandi passioni e determinazione, ma anche di profonde lotte interiori. Allo stesso modo, essa si riscontra in alcune condizioni genetiche, particolarmente attenzionate attraverso esperimenti dai medici che operavano all’interno dei campi di concentramento nazisti. I bambini con questa caratteristica sono stati dunque vittime di sperimentazioni crudeli, elemento che ritorna anche nel romanzo: la convinzione è che la linea simiana rappresenti infatti una chiave per comprendere il destino di una persona. Tutto ciò guida le azioni e motiva i crimini di chi, approfittandosi dell’innocenza dei bambini dimenticati dalla società, continua a perpetrare ingiustizie nei loro confronti. 
Il romanzo di Migliorisi intreccia abilmente elementi di finzione con riferimenti storici significativi, principalmente legati al periodo della Seconda Guerra Mondiale e alle sue conseguenze immediate. Oltre al riferimento agli esperimenti effettuati sui bambini, infatti, la narrazione fa riferimento a una rete clandestina creata da ex ufficiali delle SS per facilitare la fuga e la protezione dei criminali di guerra nazisti. Se infatti questa rete è stata oggetto di numerose discussioni storiche, il romanzo ne indaga l’esistenza e le operazioni, ponendo in evidenza il supporto che alcuni membri della Chiesa Cattolica avrebbero offerto a questi criminali. 
“La linea simiana” è un romanzo complesso, un’opera prismatica e ricca di richiami storici e sociali. Una storia coinvolgente che, riportando alla luce gli eventi legati al passato, ci permette di guardare al nostro presente con sguardo più critico, per non dimenticare di quali atrocità sia capace l’uomo nel momento in cui, nel suo delirio di onnipotenza, sceglie di abbandonare la propria morale. È un libro che, soprattutto nel nostro travagliato presente, ha molto su cui farci riflettere e ragionare. Il finale, non del tutto concluso, ci lascia supporre che la ricerca della verità dei nostri protagonisti non si fermerà con l’ultima pagina. Antonio Migliorisi ci porta con sé in un’opera profondamente suggestiva che intreccia il giallo, il thriller psicologico e il romanzo storico, dove nulla è come sembra e ogni dettaglio può essere la chiave per svelare la verità. 

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